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Cristina Comencini, omaggio alla carriera della Signora del cinema (e del Lago)

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Stasera, insignita a CortoLovere del premio con cui il festival ne omaggia la carriera, la regista e sceneggiatrice Cristina Comencini diventa «Signora del Lago» (d’Iseo). Papà Luigi è stato, invece, un bambino di lago (di Garda). L’autore di «Tutti a casa» e «Le avventure di Pinocchio» era «nato a Salò. Prima di trasferirsi con la famiglia in Francia». Per poi, stabilitosi a Roma, contribuire alla creazione del miglior cinema del dopoguerra.

«Bisognerebbe far conoscere alle nuove generazioni i grandi film del passato. Ma è fondamentale anche continuare a girarne di nuovi — dice Cristina Comencini —, perché ne abbiamo la capacità. Cinema e Italia sono quasi la stessa cosa. CortoLovere (che chiude oggi la fortunata 27esima edizione, ndr) e il suo direttore Gianni Canova lo sanno bene».

Signora Comencini, non solo il festival la premia (la cerimonia è al Cinema Crystal di Lovere), ma la chiama a premiare. Deve scegliere — come presidente di giuria — il miglior cortometraggio di «Occhi sul lago», concorso rivolto a filmaker under 40.
«Sono davvero contenta di ricevere il “Premio Signora del Lago” e sempre molto favorevole a lavorare con i giovani. Quando posso, insegno scrittura all’Accademia di Arte Drammatica di Roma. Credo nel passaggio di testimone, per me è stato fondamentale. Oltre a mio padre, ho avuto una maestra fantastica come Suso Cecchi D’Amico».

Con la grande sceneggiatrice — cara a Monicelli e Visconti — ha scritto «La storia», miniserie diretta da Luigi Comencini. La protagonista era Claudia Cardinale. Che ricordo ha della diva, da poco scomparsa?
«La prima volta incontrai Claudia sul set di un altro film di papà, “La ragazza di Bube”. Lei era molto simpatica. Io, bambina, ricordo di averle fatto un mazzetto di fiori di campo e di averglielo portato. La sua femminilità attraeva chiunque la guardasse, uomini o donne che fossero. Non è un caso che il personaggio da lei interpretato in “8 ½” di Fellini, sia una sorta di apparizione».

In «La storia», invece, dal romanzo di Elsa Morante, Claudia Cardinale interpreta una donna di dolorosa concretezza nell’Italia della Seconda Guerra.
«La protagonista del libro è una maestra di scuola, umile e non bella. Immaginare Claudia Cardinale in quel ruolo non era facile. Papà la scelse perché, come attrice, sapeva essere molto vera. Credo inoltre che per lei, dato il suo vissuto (fu una ragazza madre vittima di violenza, ndr), interpretare quel ruolo di mamma, di un bimbo che deve essere tenuto nascosto, sia stata un’esperienza particolarmente interessante».

È tratto da un libro (di Viola Ardone, ndr) e parla di donne e bambini segnati dalla guerra anche il suo ultimo film da regista. «Il treno dei bambini» è disponibile su Netflix e non ha avuto una regolare distribuzione nelle sale. A CortoLovere, però, si è visto su grande schermo. Ne è felice?
«Essere su Netflix ha permesso a “Il treno dei bambini”, che racconta di un’Italia bella e capace di azioni eroiche, di essere conosciuto da milioni di persone nel mondo. Certo, quella della sala è la dimensione a cui pensavo, quando l’ho scritto e girato. Saperlo sul grande schermo, mi riempie il cuore».

«Il treno dei bambini» era fra i papabili per rappresentare l’Italia agli Oscar 2026. La commissione designata ha scelto «Familia» di Francesco Costabile. È dispiaciuta di non poter tentare la corsa a un’altra nomination (Comencini l’ha ottenuta con «La bestia nel cuore», nel 2006, ndr)?
«Assolutamente no, non sono dispiaciuta. A “Familia”, che affronta con verità un tema duro (la violenza all’interno del nucleo familiare, ndr), auguro ogni bene. Il mio film aveva le sue possibilità. “Il treno dei bambini” è internazionale, l’hanno visto dappertutto. Ma le giurie sono indipendenti e scelgono ciò che a loro pare più giusto».

Giusto manifestare per Gaza?
«Nei giorni scorsi sono stata in manifestazione a Roma, tenendomi un po’ in disparte. C’erano tanti giovanissimi, volevo soprattutto capire quali fossero i loro slogan. Quelli che ho visto io erano giusti, per niente estremisti. Sono scioccata, come tutti, da ciò che sta facendo Israele a Gaza. In questo caso manifestare significa sostenere il popolo palestinese, ma questo bisogna averlo chiaro, non deve esserci alcun tipo di deriva».


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27 settembre 2025

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