
C’è chi fa il content creator calcistico per lavoro, sfruttando i social come un volano per generare profitti. E c’è chi ha iniziato a usare Instagram per aprire al mondo la propria porta e condividere una passione. Anzi, le passioni di molti italiani: il calcio e i viaggi. Il pallone è la bussola che fa orientare Cristiano Vigorelli, 24 anni tra un mese, monteclarense che si è stabilito in Norvegia (prima a Tromsoe, ora a Oslo) dopo esservi arrivato in Erasmus («Pensai: in Scandinavia potrei venirci solo così, da turista non avrei i soldi sufficienti…»). In realtà è un globetrotter: appena ha qualche giorno libero sceglie la prossima meta consultando il calendario calcistico. Ad esempio, domani sarà a Dusseldorf: ha già i biglietti per due match. E il prossimo gennaio farà il primo viaggio in Sudamerica, dopo essere stato spesso nell’amata America Latina. Anche lì, il solito menu in agenda: turismo e pallone, non necessariamente in ordine di importanza. Da qualche mese ha creato su Instagram – e Tik Tok, dove tuttavia i suoi video attecchiscono meno – una pagina dal titolo “Non solo trasferte” che racconta i suoi viaggi negli stadi del mondo.
Scusa, Cristiano, ma la tua fidanzata cosa dice?
«L’ho conosciuta in Erasmus a Tromsoe, poi l’ho seguita quando si è trasferita a Oslo. Lei è cremonese di Casalmaggiore: è appassionata di viaggi come me. Poi, nelle tre ore in cui mi dedico alle partite lei magari fa un giro».
Quanti stadi hai visitato quest’anno?
«Siamo sulla quarantina. Partite molte di più, seguo ovviamente anche il campionato norvegese».
Per riuscire a viaggiare così tanto, da cuoco devi guadagnare bene…
«Non mi lamento, sono circa 3 mila euro al mese. Qui esiste una flessibilità sul lavoro che in Italia non esiste. Il mio mio head chef è italiano e lavorava con Cannavacciuolo. Sono onesto: a Brescia guadagnerei meno della metà, non lo farei mai. E sicuramente non potrei permettermi questo tipo di viaggi».
E a Tromsoe lavoravi sempre in cucina?
«Lì facevo la guida turistica, Non mi è mai sembrato nemmeno di lavorare: portavo i turisti a fare i tour, con me vedevano l’aurora boreale. E non è così scontato riuscirci: non si attiva tramite un telecomando, come ogni tanto (ride, ndr) pensavano gli italiani».
Qual era il problema lì?
«Il meteo. Devi studiare bene le previsioni, se fanno schifo devi guidare i turisti a -20 gradi per ore e convincerli che, se ti danno fiducia, potrebbero riuscire a vederla quando diventa buio perché a Tromsoe la posizione è propizia. Poi ci sono tutte le foto da fare ai turisti…».
Veniamo al calcio. Passione fresca o radicata?
«Sono interista, il calcio l’ho sempre seguito. La fissazione per le trasferte in Europa c’è sempre stata».
Su Instagram, invece, con la pagina “Non solo trasferte”,sei sbarcato da poco.
«A febbraio, su spinta di un mio amico che aveva visto del potenziale. Ora con i follower ci organizziamo epr le nostre mete e ottimizziamo le spese tra alberghi e auto a noleggio. Però specifico una cosa…».
Prego.
«Non voglio passare per quello fissato con il calcio norvegese: faccio partite di qualsiasi tipo da tempo, sono stato anche a Poznan per una partita di Europa League. Scelgo con la mia ragazza la vacanza e poi ci inserisco il pallone, ma se viaggio da solo la pianifico per il calcio. E non i tornei per forza di prima fascia: in Inghilterra a breve andrò a vedere il Southend in quinta serie. E sa cosa successe in Bosnia?».
Dicci pure…
«Ero stato a Belgrado per vedere la Stella Rossa, decisi di proseguire sino in Bosnia per una partita “minore”. Al confine mi chiesero quali fossero i motivi per cui volessi passare dalla Serbia alla Bosnia via terra. Risposi che erano motivi calcistici e i poliziotti si misero a ridere…».
Riesci a guadagnare qualcosa sui social?
«Per ora zero. Anzi, ho creato un fantacalcio tra i miei follower e sono riuscito a ottenere da uno sponsor, con cui collaboro via social, un weekend a Londra come primo premio. Vedo molti “influencer” in ambito calcistico, io per passione non mi sento secondo a nessuno. Ma diversi siti di betting spingono sulle belle ragazze: alcune fanno viaggi sportivi stupendi».
Quello è il tuo sogno?
«Vorrei lavorare nel calcio, questa è la mia passione. Potrei fare da scouting all’estero: spopolano gli algoritmi, ma il calcio dal vivo è un’altra cosa».
16 ottobre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
16 ottobre 2025
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