
I temi che negli ultimi mesi hanno acuito la distanza tra Comune e Provincia sono diversi: dall’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale fino alla localizzazione degli impianti sportivi cittadini. Con un’ultima partita di stretta attualità: la costruzione, a Trento, del Centro di permanenza per i rimpatri. Oggi (24 ottobre) i dettagli dovrebbero essere presentati dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, invitato a Trento dal governatore Maurizio Fugatti. E il Comune? «Ha gestito tutto la Provincia» si limita a dire il sindaco Franco Ianeselli. Che in un quadro complesso di relazioni sull’asse tra Piazza Dante e Palazzo Thun ribadisce la linea: «Il Comune va coinvolto a tutto tondo. Servono scelte condivise».
Sindaco, partiamo da qui. Oggi si saprà di più del Cpr cittadino. La Provincia ha espresso la sua posizione. Cosa ne pensa il Comune?
«C’è un amministratore che dei Cpr ha detto: “se c’è il mare, non intervieni con un secchiello”. E questo politico è Luca Zaia. Detto ciò, posto che il Cpr è un’opera statale e formalmente il Comune non deve esprimersi, questo non mi esime dall’esporre alcune riflessioni».
Prego.
«In primo luogo, il Cpr non può essere contrabbandato e spacciato per “la” soluzione. Sia chiaro, è evidente che in uno Stato ordinato un irregolare che delinque deve essere espulso. Ma se si ragiona del Cpr senza ragionare anche di accoglienza e di integrazione non si coglie la portata della questione. In questo senso, se mancano i posti per l’accoglienza, se sono stati ridotti i servizi, se la riduzione dei servizi è criminogena perché produce marginalità e alimenta le cause dei comportamenti negativi: se non ragioniamo su questo, allora è sostanzialmente tattica. Questo vale anche per la Residenza Fersina».
Che dovrà trovare una nuova sede.
«C’è da parte della Provincia una attenzione sull’immobile della diocesi a San Niccolò. Ma non mi pare che quella struttura possa accogliere tutte le persone che oggi sono alla Residenza Fersina. E di questo vorremmo discutere: di accoglienza, di integrazione, di servizi. Altrimenti, se si pensa davvero che sia sufficiente costruire delle scatole, all’interno delle quali le persone sembra non esistano più, vuol dire che non ci si rende conto di quello che succede in città».
Oggi arriva il ministro Piantedosi. Ci sarà anche lei ad accoglierlo?
«La città in termini amministrativi non è coinvolta. Ha gestito tutto la Provincia».
Eppure su questi temi il dialogo è stato invocato più volte.
«Il Comune deve essere coinvolto a tutto tondo. Se vogliamo ragionare di integrazione, di accoglienza, noi siamo pronti, disponibilità massima a intervenire su tutto quello che serve per la sicurezza della città e per la dignità delle persone. Ma se la questione è di partecipare a scelte già fatte non ci stiamo».
Altro tema relativo all’accoglienza: la questione delle donne senza fissa dimora. In queste ore le associazioni sono state molto dure, sia sull’«effetto richiamo» citato dalla Provincia, sia sulla sua posizione. Cosa risponde?
«Parto dall’”effetto richiamo”: tutti i tagli ai servizi e ai posti di accoglienza effettuati in questi anni avrebbero dovuto eliminare l’effetto richiamo. Invece siamo in una situazione più complicata rispetto a qualche anno fa. Detto ciò, stiamo lavorando con la Provincia per trovare una soluzione sulla base del principio di competenza. Ma ribadisco: se a brevissimo non arriverà una soluzione per le donne che oggi sono costrette a dormire in strada, interverremo noi in via sussidiaria e sostitutiva, come abbiamo fatto in passato».
Nel rapporto complesso con la Provincia si inserisce anche la partita degli impianti sportivi.
«Credo che arriveremo a una condivisione. Ribadisco: il palazzetto in Destra Adige ha a che fare con lo sviluppo di un quartiere, con le relazioni e le connessioni che ci sono in una città. E su questo è evidente che i ragionamenti si devono fare insieme con il Comune. Come per i Mondiali di ciclismo: dovremo capire insieme come arrivarci preparati e come la città potrà uscirne più forte».
Impianti sportivi, accoglienza, Cpr: i nodi aperti con la Provincia sono tanti. Come si possono trovare punti di contatto?
«Ragionando attraverso accordi di programma. E scelte condivise».
Nel frattempo Fugatti ha rimesso sul piatto la Valdastico, prospettando nuove ipotesi di tracciato. Ma se Rovereto venisse archiviata come uscita, si tornerebbe a ragionare su Trento. Cosa ne pensa?
«Contesto fortemente un metodo che punta a mettere di fronte al fatto compiuto contando sul fatto che gli altri si adeguino per responsabilità: tatticamente, a volte, può funzionare. Posto però che noi siamo contrari alla Valdastico come opera, visto che si sta investendo sulla ferrovia, come effetto sistemico questo metodo produce sfiducia tra enti. Di più: mi permetto di dire che se questo metodo è elevato a capacità di governo può avere esiti nefasti per l’Autonomia».
Critiche alla Provincia sono arrivate anche dal Consiglio delle autonomie sulla riforma Icef. «Coinvolgimento tardivo», si è detto.
«Ho apprezzato le scuse dell’assessore Spinelli. Ma anche in questo caso il tema riguarda il rapporto tra Provincia e autonomie locali: è la Provincia che dispone o si parla di un sistema di autonomie che arriva a soluzioni condivise? È chiaro che le modifiche all’Icef hanno un impatto sulle tariffe. Penso a quelle dei nidi, sulle quali noi abbiamo adottato una politica precisa, che vogliamo mantenere. Ma è un dato di fatto che questo avvenga in una maniera non ordinata».
Manovra Imis: l’opposizione ha bloccato il via libera in Aula. Come agirà ora?
«Ci sarà una nuova seduta giovedì prossimo. Si sarebbe potuto mantenere un altro anno l’agevolazione sul canone concordato? Forse sì, ma la misura non ha raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti. Per questo siamo intervenuti: mi rendo conto che non sono scelte popolari, perché si incrementano i tributi. Ma prendo il lato positivo dello slittamento: stiamo valutando la possibilità di itrodurre una sorta di salvaguardia per chi ha applicato la misura del canone concordato in modo virtuoso».
In che modo si agirebbe?
«Inserendolo nell’ambito della misura dell’Imis zero prevista nel bilancio, con il rimborso dunque di una annualità dell’Imis come per chi decide di affittare un alloggio sfitto».
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24 ottobre 2025 ( modifica il 24 ottobre 2025 | 10:30)
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