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Così (grazie al cerimoniale) è nata la «Pax» Savoia-Borbone

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«Borbone e Savoia sono stati divisi dall’Unità d’Italia, è vero, ma con Emanuele Filiberto ci conosciamo da tempo, e un anno fa quando morì Vittorio Emanuele, andai con mia figlia Maria Carolina al funerale Savoia in Duomo a Torino. Di più, le nostre due famiglie si vedevamo già prima della fine dell’esilio dei Savoia». 

Carlo di Borbone delle Due Sicilie, rientrato a Monaco dal Vaticano dove sabato ha rappresentato il casato all’addio a Francesco, parla con il Corriere. Dopo che sul sagrato di San Pietro il protocollo vaticano gli ha assegnato un posto accanto proprio allo «storico» nemico, un Savoia. 

Come si è ritrovato seduto a fianco di un Savoia? 
«I Gentiluomini del cerimoniale avevano destinato alle case reali ex regnanti la prima fila sul lato destro e mi hanno accompagnato a un posto accanto a Emanuele Filiberto – racconta il capo del casato dei Borbone delle due Sicilie -. Non c’era mia moglie Camilla, che avrebbe tanto voluto esserci per papa Francesco, come quando in coppia arrivammo in Vaticano per il funerale di Giovanni Paolo II». 

Di cosa avete parlato, entrambi eredi di due casati che un tempo si dividevano l’Italia? Divisi anche sul papato. 
«Effettivamente, nel Risorgimento, Pio IX fu accolto da un mio avo Borbone a Gaeta quando fuggì da Roma dopo la proclamazione della Repubblica romana nel 1848. Tempo dopo i Borbone furono a loro volta ospitati in segno di ringraziamento da Pio IX al Quirinale. Ma sono passati 160 anni ormai e poi abbiamo “condiviso” figure come quella di Maria Cristina di Savoia: regina delle Due Sicilie per matrimonio e principessa Savoia per nascita che nel 2014 è stata beatificata. C’ero alla cerimonia a Santa Chiara a Napoli. In Vaticano con Emanuele Filiberto? Abbiamo discusso delle nostre figlie, di famiglia e della straordinaria macchina della Santa Sede che ha fatto sì che tutto si sia svolto senza problemi con in più l’incredibile incontro tra Trump e Zelensky, questi “miracoli” succedono solo con la Chiesa». 

Le famiglie reali sono imparentate fra loro, chi altri ha incontrato in San Pietro? 
«Ho avuto modo di scambiare qualche parola con il re dei Belgi, Filippo che è un mio cugino, con Alberto e Charlène di Monaco che conosco bene e anche con il presidente francese Emmanuel Macron: abbiamo ricordato la riapertura di Notre Dame solo pochi mesi fa e… le tante occasioni in cui Francesco è andato in Francia negli ultimi tempi del suo pontificato, in Corsica ma anche a Marsiglia». 

Il cardinale di Marsiglia, Aveline, è tra i papabili, dai rumor. 
«La provvidenza vedrà, ho sentito parlare ieri anche del cardinale di Budapest e di Tagle dalle Filippine poi di Parolin e Pizzaballa. Nel 2026 con il nostro Ordine Costantiniano andremo in Terrasanta: in fondo i Borbone delle due Sicilie come i Borbone di Spagna, gli Asburgo e i Savoia hanno avuto storicamente anche il titolo di re di Gerusalemme. Ma prima, a ottobre, per il Giubileo andremo in pellegrinaggio a Roma e l’idea è di raccogliere fondi per la Casa di San Pietro, legata al Bambin Gesù, tanto sostenuta proprio da papa Francesco».

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28 aprile 2025

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