
I temporali, così come i fuochi d’artificio, per alcuni cani, possono essere una problematica difficile da gestire. L’arrivo dell’estate, che in molti casi porta con sé anche sagre e feste patronali spesso accompagnate da botti e spari di mortaretti , così come fenomeni temporaleschi caratterizzati spesso dalla presenza di tuoni e fulmini, rende questa situazione particolarmente attuale.
Molti cani non solo hanno paura, ma presentano una vera e propria fobia. Una problematica – soprattutto quella legata ai temporali – che risulta complessa da gestire, in quanto non si tratta solo del rumore, ma di una serie di cambiamenti a livello atmosferico, olfattivo, di pressione e visivi che il cane percepisce. Consideriamo, infatti, che l’olfatto e l’udito dei cani sono molto più potenti del nostro e dunque percepiscono tutto in maniera più forte rispetto a noi!
In questi casi il comportamento del cane diventa complicato perché spesso la sintomatologia comprende tremori, ansia, tachicardia, vomito, dissenteria, ricerca costante del proprietario o di un posto dove nascondersi. Può anche arrivare a distruggere o cercare di scappare e addirittura, i casi più gravi, possono prevedere un attacco di panico con pericolo di vita per l’animale.
Quando parliamo di fobia il problema risulta più grave della paura, perché il cane con la fobia inizia a manifestare la sintomatologia prima che il temporale arrivi, quando il cielo si oscura o quando ci sono i primi segnali premonitori. La sintomatologia perdura anche dopo che il temporale è finito e può durare qualche ora come tutta la giornata.
La terapia farmacologica sotto la guida del veterinario è consigliata, soprattutto con l’utilizzo di farmaci che lavorano sullo stato sedativo e sulla memoria. Esistono farmaci che fanno sì che il cane si rilassi e non viva, né ricordi, l’evento. Più infatti il cane vive l’evento, più l’evento agisce come catalizzatore, rendendo la problematica sempre più grave. In questi casi si dice che il cane si sensibilizza e quindi tende a peggiorare sempre di più. Prendere farmaci che in quel momento non gli fanno vivere l’evento o lo attutiscono aiuta moltissimo, sia dal punto di vista della prosecuzione della patologia sia dal punto di vista fisico e psicofisico dell’animale, in quanto in presenza di attacchi di panico anche il sistema cardio vascolare dell’animale è sollecitato in maniera eccessiva.
Oltre alla terapia all’occorrenza esiste una terapia generale-comportamentale – ed eventualmente anche farmacologica – che va a lavorare per eliminare o ridurre la fobia.
24 giugno 2025
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