
Lo psichiatra Luc Beaudoin della Simon Fraser University di Burnaby in Canada ha recentemente messo a punto l’app My Sleep Botton, cioè Il Bottone Per Il Mio Sonno che a marzo ha conquistato anche le pagine del New York Times. Si tratta di un suggeritore automatizzato a disposizione sul cellulare per utilizzare prima di dormire la tecnica per insonni messa a punto da Beaudoin che ha recentemente ripreso nuova vita su varie piattaforme online. Le basi teoriche di questa tecnica, chiamata rimescolamento cognitivo, erano state spiegate per la prima volta dal ricercatore canadese in uno studio pubblicato su Summit Research Repositary nel 2012.
Senza andare su internet quello che deve fare chi vuole usarla è tutto sommato semplice: si visualizza mentalmente un oggetto a caso, tipo mucca e poi bisogna pensare a tutti gli oggetti che cominciano con la “m” che vi vengono in mente, poi con la “u”, con la “c”, e così via.
A quel punto partirà la cosiddetta mentalizzazione sonnolenta che accelera l’addormentamento e finalmente dormirete.
Mentalizzare significa elaborare con la mente e il cosiddetto rimescolamento cognitivo che Beaudoin ha elaborato utilizzando la mentalizzazione è in fondo una versione moderna della conta delle pecore che, nata nell’antico mondo arabo, ritroviamo anche nelle novelle toscane del ‘200 del Novellino.
Su questa antica tecnica è stato fatto anche uno studio pubblicato nel 2002 sul British Medical Journal da Allison Harvey della Oxforf University che ne dimostrò l’inefficacia perché il conteggio in sé non è rilassante.
Confrontando tre gruppi di insonni ognuno dei quali utilizzava diverse strategie di addormentamento (rilassarsi, contare le pecore e aspettare l’arrivo del sonno) ha verificato infatti che quelli che contavano le pecore si sono addormentati per ultimi.
Per quanto anche la tecnica di Beaudoin potrebbe teoricamente avere gli stessi difetti di mancato rilassamento della conta delle pecore in quanto la mente è impegnata ad elaborare la catena di oggetti che ne sta alla base, il rimescolamento cognitivo funzionerebbe meglio grazie alla distrazione immaginativa che si oppone ai maggiori fattori intrusivi che rallentano l’addormentamento e che il ricercatore canadese ha così indicato in ordine di frequenza:
- rimuginare problemi (43%)
- attesa del sonno (20%)
- riflessioni su sé stessi (12%)
- stato di eccitazione (9%)
- rumori esterni (6%)
- sensazioni corporee (6%)
- procedure per coricarsi (3%)
- alzarsi dal letto (1%)
23 giugno 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA