
Anche il genitore intenzionale in una coppia di donne ha diritto al congedo obbligatorio di paternità di 10 giorni dopo la nascita di un figlio, raddoppiato a 20 in caso di di parto plurimo. Lo chiarisce l’Inps in un messaggio dopo la sentenza della Corte che ha dichiarato illegittimo il
non riconoscimento di tale diritto (ne abbiamo scritto qui). Questa pronuncia della Corte – spiega l’Inps – produce effetti diretti nell’ordinamento giuridico italiano e, pertanto, la lavoratrice dipendente che, nell’ambito di una coppia omogenitoriale femminile, risulti genitore intenzionale dall’iscrizione nei registri dello stato civile, è legittimata a beneficiare del congedo di paternità obbligatorio della durata di 10 giorni lavorativi (20 giorni in caso di parto plurimo).
La comunicazione
Anche per la madre intenzionale – prosegue l’Inps – la comunicazione di fruizione del congedo deve essere fatta al proprio datore di lavoro, il quale provvede all’anticipazione dell’indennità per conto dell’Istituto. La
domanda telematica di congedo deve essere presentata direttamente all’Inps solo da parte delle lavoratrici dipendenti per le quali non sia prevista l’anticipazione dell’indennità da parte del datore di lavoro, ovvero nel caso di lavoratrici agricole, stagionali, addette ai servizi domestici e familiari,
lavoratrici disoccupate e sospese dal lavoro che non usufruiscono del trattamento cassa integrazione e lavoratrici dello spettacolo, Per le altre lavoratrici dipendenti va fatta direttamente al datore di lavoro.
Le tempistiche
La domanda di congedo obbligatorio va fatta almeno cinque giorni prima del momento in cui il congedo inizia e il periodo deve essere compreso tra i due mesi prima della data presunta del parto e i cinque mesi dopo il parto. La fruizione del congedo può essere frazionata a giorni ma non può essere
frazionata a ore. È prevista per il periodo di congedo obbligatorio la retribuzione al 100%. Le lavoratrici dipendenti di pubbliche amministrazioni devono rivolgersi al proprio datore di lavoro, non avendo l’Istituto competenza per tali lavoratrici.
La sentenza della Consulta
Quando hanno un figlio le coppie di madri hanno diritto dunque agli stessi congedi parentali delle coppie eterosessuali. E questo significa che la madre intenzionale (cioè la seconda mamma, quella che non ha partorito) deve poter usufruire dei dieci giorni obbligatori di astensione dal lavoro retribuiti al 100%, previsti dalla legge per i padri. D’altronde la Corte costituzionale, con la sentenza numero 115, ha dichiarato incostituzionale l’articolo 27-bis del decreto legislativo numero 151 del 2001 (ne abbiamo scritto qui) nella parte in cui consente soltanto al padre di usufruire del congedo di paternità obbligatorio. L’Inps dunque certifica questo diritto: e adesso i datori di lavoro non potranno più rifiutare il congedo parentale a nessuna delle madri lesbiche. Un grande passo avanti sul tema dei diritti.
8 agosto 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
8 agosto 2025
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