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Confindustria, per la presidenza Zanetti cresce nei consensi per il dopo Ricuperati

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Oltre al saluto dedicato e gli elogi che gli ha rivolto coram populo il presidente di Confindustria Emanuele Orsini («sul tema del Pnrr stai lavorando bene»), Matteo Zanetti, che della gestione dei fondi europei si occupa nel consiglio generale dallo scorso autunno, sembra aver incassato il placet dell’assemblea generale di Confindustria Bergamo. Una sorta di investitura ancora sotterranea, ma non criptata, alla futura presidenza, chiaramente percepita nei discorsi che si sono intrecciati di sponda tra gli industriali bergamaschi.

Tutti d’accordo, questi, nell’affermare che il prossimo leader della territoriale debba essere designato e scelto dagli industriali, senza alcuna ingerenza, ricadendo su un uomo che dovrà essere espressione ed emanazione del loro sentiment. Per certi versi e in alcuni casi, molto lontano dai concetti e dalle azioni espresse dalla presidente Giovanna Ricuperati sul palco. «Ha mai parlato di sindacato o di costo del lavoro?», ha sbottato un industriale mentre lasciava l’Arena del Chorus, tradendo quel felpato aplomb che da sempre vige negli ambienti industriali capace di far tacere ogni tipo di irritazione.

È pur vero che il mondo è cambiato, ma certi argomenti non si schiodano da un percepito importante
che evidentemente incide più dei meriti del comparto dei Servizi da cui proviene la presidente. Altra «anomalia», appunto, quella della provenienza della presidente uscente, rimarcata e contestualizzata in una cornice dove a contare è anche il «peso» produttivo e finanziario della realtà industriale da cui dovrebbe provenire il futuro numero uno. E in questo Matteo Zanetti sembra avere tutte le carte in regola con un’azienda di tradizione, capace di innovare e stare sul mercato, e — cosa che non guasta — con un bilancio che nel 2024 ha sfiorato gli 800 milioni di euro di ricavi. Il peso c’è tutto e con quello anche altri elementi che giocano a suo favore: il fattore tempo che Zanetti può mettere a disposizione, l’esperienza maturata, la frequentazione con gli ambienti romani e ultimo, ma non per ultimo, il gradimento che «le grandi famiglie» dell’industria orobica gli accorderebbero.

In attesa che le «consultazioni» abbiano inizio, va rimarcata la totale fiducia riposta nel Consiglio dei tre saggi, e cioè i più recenti ex presidenti che tra qualche settimana avranno il compito di cominciare a scandagliare l’ambiente: Carlo Mazzoleni (che ha brillato per la sua assenza all’assemblea), Stefano Scaglia ed Ercole Galizzi incassano la piena fiducia dei loro colleghi industriali in fatto di serietà e rigore. Un terzetto che viene visto quasi come un garante nello svolgimento di un delicato compito; sondare e recepire le istanze degli associati per coagularle in una candidatura unitaria e forte, che consenta a Confindustria di veleggiare con idee e programmi chiari nei prossimi quattro anni.

Rimanda al 2029 anche una possibile ri-collocazione di Giovanna Ricuperati alla guida di Confindustria Lombardia; è il suo il nome che circola per il dopo Pasini, industriale bresciano che ha preso il posto di Francesco Buzzella, ex leader di Confindustria Cremona e attuale presidente di Federchimica.

5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 16:50)

5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 16:50)

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