
«Due parole decideranno il futuro del terziario. E sono: giovani ed innovazione. Da questi due aspetti, dipenderanno continuità e competitività delle nostre micro, piccole e medie imprese». A lanciare un grido d’allarme per il futuro è il presidente di Confesercenti del Trentino, Mauro Paissan, che ieri ha aperto i lavori dell’assemblea annuale dell’associazione. «Le istituzioni, dal Quirinale a Piazza Dante e l’Università parlano la stessa lingua — continua Paissan attraverso un video realizzato proprio grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale —. Il Trentino non deve farsi trovare impreparato: è importante puntare sui giovani, sulle competenze e sull’innovazione. Ancora oggi tanti ragazzi lasciano il Trentino e si continuano a registrare emorragie di energie e competenze che, insieme all’invecchiamento e al calo demografico, rischiano di indebolire l’equilibrio del nostro sistema economico e sociale». Sono tre le priorità sottolineate dal numero uno di Confesercenti del Trentino, necessarie per il rilancio del terziario: formazione, ricambio generazionale e crescita sostenibile. «L’intelligenza artificiale non deve essere vista come una minaccia, ma anzi come una transizione — continua Paissan —. Chi saprà formarsi potrà cogliere le opportunità della nuova economia del sapere. Accoglienza e legalità devono camminare insieme. Solo così potremo fermare l’abbandono imprenditoriale e riportare qui energie, competenze e nuove imprese».
Il dibattito sulla sicurezza
Centrale, poi, nel ragionamento del presidente anche il tema della sicurezza, senza la quale vengono meno le condizioni per operare e per svolgere la propria attività: «Cittadini e giovani devono sentirsi al sicuro così come le imprese devono poter lavorare serenamente». Infine, alcune richieste che vengono rivolte direttamente alle tante istituzioni presenti in sala e che mirano a creare nuove alleanze territoriali tra pubblico e privato: «Alla giunta provinciale chiediamo di investire con coraggio in politiche che guardino lontano: sui giovani, sulla natalità, sulla formazione e sull’innovazione — termina Paissan —. All’università chiediamo invece un dialogo stabile con il mondo del terziario, mentre alle imprese di investire sulle persone e sull’imparare a fare rete». Richieste che trovano subito risposta nelle parole del presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti: «Ai giovani è giusto garantire un reddito in linea con le loro aspettative. Su quest’aspetto ci siamo e ci stiamo già impegnando attraverso degli accordi. Così come stiamo affrontando il tema legato alla casa, che per noi è centrale e rispetto al quale abbiamo scelto di investire molte risorse». Inoltre, per quanto riguarda il tema legato alla sicurezza, il governatore annuncia: «Nelle prossime settimane finalizzeremo l’accordo con il Ministero per realizzare un centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) a Trento: un passaggio importante, che ci permetterà di fare un ulteriore passo in avanti e far capire che chi delinque in Trentino rischia concretamente».
Scontro sullo sconto Irap
Tra le diverse misure messe in campo ci sono anche «gli incentivi per l’installazione dei sistemi di protezione per negozi e locali, oltre al finanziamento con 80 milioni di euro del terzo bando qualità in Trentino, volto a sostenere le eccellenze», conclude Fugatti. L’assemblea è poi proseguita con gli interventi dell’assessore provinciale al commercio, Roberto Failoni: «È necessario lavorare ad una strategia condivisa che accompagni le imprese nel consolidamento, nella valorizzazione dei prodotti locali e nella promozione di un modello di sviluppo equilibrato. I bandi qualità Trentino offrono sostegno concreto alle imprese del settore turistico e commerciale in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali 2026». Critico a tal proposito il segretario generale della Cgil, Andrea Grosselli, che attacca: «Failoni mente sapendo di mentire. Ogni anno le imprese trentine beneficiano di quasi 90 milioni di euro di sgravi Irap a pioggia, privi di ogni minima selettività che premiano anche le aziende che non innovano e che non investono. Questa pratica serve per cercare voti tra la miriade di colleghi titolari di microimprese che puntano su rendita e sussidi pubblici».
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16 ottobre 2025
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