
Tre piccoli passi nel lungo percorso verso Lipsa ma (forse) un grande passo per la Fiorentina nella ricerca di se stessa e di un po’ di serenità . Certo, non può essere una vittoria sul Rapid Vienna (davvero poca roba) per parlare di crisi finita o di cielo finalmente tendente al bello.Â
Meglio aspettare altre conferme, a partire dalla sfida di domenica col Bologna, ma forse per la prima volta  si è visto un calcio piacevole. Più che altro, ed è questo l’aspetto veramente importante, si è visto il calcio che piace a Pioli.
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Veloce e verticale, palleggiato il giusto e con un atteggiamento aggressivo ma solido. E pensare che il mister aveva presentato una formazione (sette cambi rispetto alla sconfitta col Milan) praticamente mai vista e anche questo, parlando di identità e organizzazione, è un bel segnale.Â
A proposito. Tra i quattro «reduci» di San Siro c’erano Nicolussi Caviglia e Fagioli. Due giocatori diversi ma simili, predisposti al palleggio e al calcio di qualità . Sembra questa insomma, la strada scelta. E poi, nonostante l’assenza di Kean, riecco il doppio centravanti. Un ragazzo affamato (Piccoli) e il grande vecchio (Dzeko) animato dalla rabbia (positiva) di chi ha rapidamente perso lo status di totem col quale era arrivato.
Certo, clima e campo suggerivano più sciabola e muscoli che fioretto e fosforo. Vento, pioggia, terreno pesante. Non esattamente quelle che i cronisti di un tempo avrebbero presentato come le «condizioni ideali per giocare a calcio».
Buono, comunque, l’avvio dei viola. Con l’immediata occupazione della trequarti avversaria, le prime occasioni (doppio salvataggio sulla linea) e, soprattutto, lo 0-1 di Ndour. Guarda caso, su azione nata da un’imbucata di Fagioli.Â
Sta lì, una delle chiavi per sbloccare gioco e stagione. Nella sua personalità e nella giocate che solo lui ha nei piedi. E basta pensare anche allo squarcio di luce (un lancio di 50 metri) col quale poco dopo ha mandato in porta Piccoli per capire di cosa stiamo parlando. Peccato per l’errore, perché pure l’aggancio in corsa del 91 era stato da applausi.Â
Bello, il primo tempo dei viola. Sicuramente il migliore (al netto del valore di chi aveva davanti) di questo avvio di stagione. Il test a quel punto, pensando ai tanti ribaltoni subiti fin qua, stava proprio nella capacità di gestire il match fino alla fine. Possibilmente chiudendolo pure e, stavolta, è bastato chiedere.
Tre minuti della ripresa infatti, altra bellissima azione e (su assist di Fortini) 0-2 di Dzeko. Convincente, la Fiorentina. Riconoscibile, con idee chiare. Un altro esempio? Lo 0-3 di Gud. Tre passaggi, e via. In porta. Un primo passo, senza farsi illusioni, verso la squadra che vuole Pioli e che, adesso, deve iniziare anche la (lunga) risalita in campionato.
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23 ottobre 2025
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