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Con la maschera davanti al boss. Il nuovo libro di Teresa Ciabatti

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Tra le ragioni per cui l’io narrante sta diventando sempre più problematico c’è l’immediatezza con cui possiamo informarci sulla vita degli altri, scrittori compresi. La verità-nel-romanzo è messa quotidianamente in crisi dalla trasparenza della verità-là-fuori, e l’io deve adeguarsi, facendosi il più sincero possibile per somigliare ai social (quindi più bugiardo che mai). Il risultato è che certi romanzi sembrano i sogni profondi del film Inception, talmente confondibili con la realtà da obbligare i sognatori/lettori a scegliersi un dettaglio che ricordi loro di star dormendo/leggendo. In molti libri di Teresa Ciabatti, questo dettaglio è proprio l’alter ego dell’autrice, una protagonista ansiosa e contraddittoria che, per via della ciclicità con cui compare e della raffigurazione caricaturale, ci appare quasi come un tipo fissodi tradizione teatrale. Cioè come una maschera, la cui identità e il cui ruolo non variano, mentre il resto, tutto intorno, sì. Ecco: Donnaregina, in uscita da Mondadori, è, prima ancora che il romanzo dell’incontro fra due persone diversissime, la consacrazione di questa maschera.

Al centro della storia c’è in realtà Giuseppe Misso detto ’o Nasone, «accusato di rapina a mano armata, furto, associazione a delinquere, associazione mafiosa, 38 omicidi commessi, 108 ordinati, ma per qualcuno molti di più». Persona realmente esistente benché irrealistica, Misso è noto sia alle pagine di cronaca (per il passato criminale) sia, ma un po’ meno, a quelle culturali (per aver scritto diversi libri, tra cui il romanzo autobiografico I leoni di marmo, uscito per la prima volta nel 2003 e ripubblicato nel 2021 da Milieu).

In un’intervista pubblicata su «la Lettura» nell’estate del 2022, proprio Ciabatti lo descriveva come «boss atipico in tutto: contro la droga, contro l’estorsione, allevatore di colombi, letterato (scrittore preferiti Céline e Dostoevskij), poeta e scrittore a sua volta» ma soprattutto «rapinatore, il migliore». Lui non protesta, purché non lo si chiami «camorrista», definizione a cui preferisce «prelevatore».

Ecco, Donnaregina parte da qui, dall’intervista del 2022 — titolo problematico, con la parola tabù: Il camorrista che rubò Gesù bambino — per raccontare, del boss, tutta la vita.

A quella di Misso si intrecciano poi le vicende personali della scrittrice-alter ego e le sue riflessioni sul rapporto instaurato col boss: «Di giorno parlo con un assassino. Di notte ragiono: cosa si prova davanti a un essere umano che muore». Sullo sfondo, la sfida fra due colossi geografici del nostro immaginario, Roma e Napoli, con le loro differenze riflesse anche sui due protagonisti: lei inquieta e impudica, ma a proprio agio nel ruolo di figura pubblica, lui enfatico e impetuoso, ma comunque indecifrabile. Entrambi divinità bizzose di un piccolo mondo (la pagina, un rione) e, come tali, sempre in bilico fra generosità e tirannia nei confronti dei loro sudditi.

Questo groviglio creativo fra l’auto-fiction e il cosiddetto non-fiction novel è una cosa ormai istituzionalizzata. Ciabatti, che già da tempo racconta storie su una finta sé intenta a indagare su vite più interessanti della propria (almeno da un punto di vista cronachistico), arriva dopo L’avversario di Emmanuel Carrère, che a sua volta deve molto al new journalism degli anni Sessanta e Settanta — e volendo si potrebbe retrocedere di millenni, fino a Platone.

Nei suoi romanzi, a partire da La più amata, c’è però un elemento rivoluzionario, da individuarsi non tanto nella formula quanto nel metodo, che potremmo definire masochistico, o autodistruttivo. Ne è un esempio il passaggio di Donnaregina in cui la scrittrice si autodenuncia come scorretta: «Ridurrò Peppe Misso a personaggio», dice, «indirizzandolo secondo le esigenze di trama, lo trasformerò, ogni tanto lo infangherò, cosa rimarrà di lui — il riverbero, nemmeno».

Ma come «lo infangherò»? Il patto del lettore con il narratore è che se proprio quest’ultimo vuole essere inaffidabile almeno lo sia velatamente, altrimenti perché scegliere di giocare con la cronaca e non restare nel campo della fantasia assoluta? (E qui la risposta di Teresa Ciabatti potrebbe essere: proprio per farne quello che mi pare, visto che ne ho il potere. Ineccepibile).

Poi: in genere ci si accosta a personaggi particolarmente interessanti per rubargli un po’ la scena — come fa, appunto, e senza troppo mistero, Carrère. Quindi ci si aspetterebbe che Ciabatti scriva di Giuseppe Misso per far risaltare, e magari potenziare, la vera sé, apparendo al lettore come più fortunata, solida e saggia della sua controparte, una Lara Croft che riemerge senza un graffio dalle cripte dei segreti altrui. E invece eccola che si autoflagella, si sottovaluta, inanella fallimenti e ansie; da un lato pretende la verità, dall’altro si lamenta di quelli che gliela dicono: «È come se ultimamente nessuno avesse garbo verso di me». In un paio di occasioni, il boss deve addirittura consolarla, starle vicino, rispettare i suoi sbalzi d’umore… E qui torniamo alla Ciabatti-maschera, le cui caratteristiche sono la pigrizia, la pavidità, la tendenza alla procrastinazione, la superficialità, la goffaggine. Tutte estremizzate, come nella commedia dell’arte, ma necessarie a far funzionare il gioco di prestigio. Perché in un personaggio del genere è impossibile non incontrare sia sé sia il contrario di sé, in entrambi i casi con piacere e gratitudine.

Per questa e per altre ragioni, Donnaregina è il romanzo potente che promette di essere. Con tre invincibili punti di forza: la storia personale e criminale di Misso; il fatto che sia raccontata da una scrittrice che non si è «mai occupata di criminalità» e ha intervistato solo «scrittori, ogni tanto cantanti»; questa stessa scrittrice, che lega un’ambiziosa inchiesta giornalistica al dolore per un’amica che sta morendo e alla preoccupazione per la salute mentale della figlia preadolescente. Il tutto tenuto insieme dallo stile paratattico e nervoso a cui Ciabatti ci ha abituato anche negli ar-ticoli: frasi scarne e scattanti, come annotazioni prese di corsa su un’agenda, appunti privatissimi, provvisori, destinati a non essere divulgati, e invece — ma che peccato! — definitivi, letti da tutti. Pubblicati, addirittura.

In Donnaregina, poi, questo finto-privato è universale, nel senso che parla a chiunque. E non per la storia di Misso, ma per l’altra, che poi è una non-storia, solo un momento nel tempo, qualche pagina di diario nella vita sempre uguale della maschera. «Che senso ha ricostruire un’epopea attraverso un unico sguardo?», si chiede la scrittrice. «In fondo la vicenda del singolo non deve simboleggiare il tutto, ma una versione parziale, no?».

La domanda è interessante, ma la risposta banale: dipende da chi è quel singolo; dipende da cosa contiene quell’Io. La vita di un personaggio ingombrante come Misso cannibalizza ogni scenografia, gli altri attori, il contesto; quella della maschera-Ciabatti, invece — nella sua vaghezza, nella sua apparente ordinarietà — fotografa un’epoca, un mondo, l’umanità. E nella sfida su chi dei due possa davvero simboleggiare il tutto, se l’uomo dalle mille vite o la scrittrice che non si muove da casa, vince, inevitabilmente, mefistofelicamente, la seconda.

Agenda

Donnaregina di Teresa Ciabatti esce martedì 8 aprile per Mondadori (pp. 223, euro 19). Teresa Ciabatti è autrice, tra l’altro, di Adelmo, torna da me (Einaudi Stile libero, 2002), I giorni felici (Mondadori, 2008), Il mio paradiso è deserto (Rizzoli, 2013), Tuttissanti (Il Saggiatore, 2013), La più amata (Mondadori, 2017, finalista al Premio Strega), Matrigna (Solferino, 2018) e Sembrava bellezza (Mondadori, 2021). L’autrice presenterà il romanzo mercoledì 9, a Milano, alla libreria Feltrinelli di piazza Piemonte, alle 18.30 con Daria Bignardi e giovedì 17 aprile a Roma, al Mondadori Bookstore di Galleria Colonna, alle 18.30 con Paolo Giordano. L’intervista a Giuseppe Misso citata nel romanzo (e nell’articolo) è apparsa su «la Lettura» #555 del 17 luglio 2022. L’incipit del romanzo è uscito su «la Lettura» #688 del 2 febbraio di quest’anno

6 aprile 2025 (modifica il 6 aprile 2025 | 20:39)

6 aprile 2025 (modifica il 6 aprile 2025 | 20:39)

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