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Con il Parkinson è normale soffrire di capogiri quando si sta in piedi?

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Soffro di malattia di Parkinson e spesso, quando mi alzo in piedi, avverto capogiri, debolezza e sensazione di svenimento. Da cosa potrebbe dipendere?

Risponde Francesca Del Sorbo, specialista in Neurologia, responsabile del Laboratorio Neurovegetativo, UOC Centro Parkinson e Parkinsonismi, ASST Gaetano Pini-CTO di Milano; consigliera dell’Associazione Italiana Neurovegetativo (VAI AL FORUM)

Questi sintomi, che si verificano principalmente quando ci si alza in piedi, sono spesso legati a un calo della pressione arteriosa, noto come ipotensione ortostatica. Questo disturbo è comune nella malattia di Parkinson e può essere causato dalla malattia stessa, che coinvolge il sistema nervoso vegetativo, o da alcuni farmaci, tra cui quelli per il Parkinson, gli antipertensivi, alcuni antidepressivi e i farmaci per disturbi urologici. Quando ci si alza, la gravità fa scendere il sangue verso le gambe. Normalmente, il corpo risponde restringendo i vasi sanguigni e aumentando leggermente il battito cardiaco per mantenere stabile la pressione. Nei pazienti con Parkinson, però, questo meccanismo può essere compromesso, poiché il sistema nervoso vegetativo non regola efficacemente queste risposte.

Pressione arteriosa

Oltre al passaggio alla posizione eretta, i sintomi dell’ipotensione ortostatica possono comparire anche dopo i pasti, a seguito di uno sforzo fisico o quando si resta in piedi a lungo, poiché la pressione arteriosa può abbassarsi ulteriormente. Per identificare la causa di questi sintomi, al Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’ASST Gaetano Pini-CTO, eseguiamo test sui riflessi cardiovascolari nel Laboratorio Neurovegetativo, di cui sono responsabile. Si tratta di esami non invasivi che ci permettono di comprendere se i cali di pressione siano legati a un’alterazione dei riflessi vegetativi e di identificare il trattamento più adatto per migliorare i sintomi. Il laboratorio è stato creato grazie al contributo della Fondazione Pezzoli per la malattia di Parkinson, con l’intento di approfondire lo studio delle disfunzioni del sistema nervoso autonomo nei pazienti con malattie neurodegenerative.

Le soluzioni più efficaci

Accanto all’attività clinica, il laboratorio è anche un centro di ricerca. Quest’anno, per esempio, abbiamo avviato un progetto di cooperazione internazionale, da me ideato e di cui sono responsabile, che ci ha portati in Ghana per studiare le disfunzioni neurovegetative nella popolazione africana affetta da Parkinson. Questo studio, che rappresenta una novità nella ricerca internazionale, ci consente di indagare le peculiarità della malattia in contesti genetici e geograficamente diversi, per migliorare il trattamento e la gestione della malattia anche in altre aree del mondo. Una volta completata la valutazione diagnostica, discuteremo insieme le soluzioni più efficaci per ridurre questi sintomi. Le strategie possono includere modifiche comportamentali (come alzarsi lentamente, bere più acqua, indossare calze elastiche), aggiustamenti terapeutici o, se necessario, farmaci specifici per l’ipotensione ortostatica. Il nostro obiettivo è aiutare i pazienti a gestire meglio questi disturbi, migliorando la sicurezza e la qualità della loro vita quotidiana.

30 agosto 2025

30 agosto 2025

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