
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Verona ha condotto una ricerca in collaborazione con l’Accademia delle Scienze di Pechino per trovare nuovi sistemi di coltivazione più resistenti ai cambiamenti climatici. In particolare, in condizioni di clima estremamente caldo. Hanno individuato, infatti, una speciale proteina fotosintetica che aiuta le piante a gestire meglio l’esposizione alla luce solare intensa. La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Communications.
La scoperta
Lo studio è stato condotto nel laboratorio di Fotosintesi e bioenergie del dipartimento di Biotecnologie di Verona, a cui afferiscono i docenti di Fisiologia vegetale Roberto Bassi e Luca Dall’Osto. «La luce è indispensabile alle piante, ma troppa è dannosa – spiega Bassi -. Quando la radiazione solare è molto intensa, una parte dell’energia genera molecole tossiche per l’organismo vegetale, causandone il deperimento e limitandone la produttività. Per ovviare a questa limitazione, le piante hanno sviluppato una serie di strategie di difesa». I ricercatori hanno scoperto che alcune piante molto diverse tra loro, come l’abete rosso delle fredde foreste nordiche e la Welwitschia del torrido deserto del Namib, producono in grandi quantità una stessa proteina chiamata Lhcb8, che fa parte del sistema che le piante utilizzano per catturare la luce e svolgere la fotosintesi. La maggior parte di esse, però, produce un’altra proteina, la Lhcb4. I ricercatori, quindi, hanno creato piante che producono l’una o l’altra proteina e le hanno messe a confronto: è emerso che gli organismi vegetali con Lhcb8 subiscono meno danni quando esposte alla piena luce e lasciano passare più fotoni alle foglie sottostanti, con le foglie superiori che restano sane più a lungo, mentre quelle inferiori ricevono più luce del solito e sono quindi più produttive.
I benefici futuri
«Capire i meccanismi che prevengono gli stress ambientali è fondamentale per salvaguardare la produttività delle colture – dichiara Luca Dall’Osto -. Ora è possibile trasferire le conoscenze acquisite ai processi di coltivazione che crescono in climi, come il nostro, a elevata esposizione solare. I cambiamenti climatici pongono sfide sempre più complesse all’agricoltura e il risultato di questa ricerca può offrire un nuovo strumento per le sfide degli anni a venire».
4 agosto 2025 ( modifica il 4 agosto 2025 | 19:01)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4 agosto 2025 ( modifica il 4 agosto 2025 | 19:01)
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