
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK – Il carovita, il carovita, il carovita. Gli autobus gratis, il blocco del caro-affitti «perché è inutile dire che questa è la più grande città del mondo se non puoi permetterti di viverci, e devi andartene a Jersey City».
Uno sconosciuto deputato socialdemocratico al parlamento statale che a marzo era 40 punti sotto Andrew Cuomo è diventato improvvisamente la star del partito democratico grazie a una cosa sola (a parte gli istinti suicidi della vecchia dirigenza): l’economia. Le polemiche su «tweet» del 2020 nel quale ripeteva che bisogna tagliare i fondi alla polizia «razzista»? Inutili. La vecchia canzone rap nella quale inneggiava agli «Holy Land Five», attivisti condannati con 108 capi d’accusa tra cui il sostegno materiale ad Hamas, la frode fiscale e il riciclaggio di denaro, l’associazione sciolta dopo essere stata designata come gruppo terroristico (12 milioni di dollari erano stati convogliati a Hamas)? Zero. Gli attacchi del figlio di Elie Wiesel, Elisha? Inutili.
È cambiata New York, dove vivono sì 1,3 milioni di ebrei ma anche un milione di musulmani, è cambiato il clima politico ma soprattutto sono cambiate le prospettive economiche per chi, semplicemente, fatica a vivere in una città sempre più cara.
Zohran Kwame Mamdani, nato il 18 ottobre 1991 a Kampala, Uganda, cittadino statunitense da soli 7 anni, figlio della regista Leone d’Oro a Venezia Mira Nair e di un politologo della Columbia University, con questa ricetta semplice, accompagnata dalla bravura nell’occupare spazi gratuiti sui social media (specialmente TikTok) e con il vantaggio di essere decisamente fotogenico, potrebbe diventare il 4 novembre il primo sindaco asiatico e primo millennial di New York, umiliando la vecchia guardia.
L’insistenza sulla giustizia sociale l’ha respirata in famiglia: papà Mahmood Mamdani e mamma Mira sono decisi sostenitori dell’anticolonialismo, dell’antirazzismo e della causa palestinese (la madre aderisce al movimento Bds che mira al boicottaggio d’Israele e si è rifiutata di presiedere un festival nello stato ebraico).
Dall’Uganda, la famiglia si è trasferita a Città del Capo, Sudafrica, quando aveva cinque anni, e due anni dopo l’arrivo a New York. Diploma alla Bronx High School of Science, laurea in Studi Africani al Bowdoin College nel 2014, dove ha co-fondato la sezione di Students for Justice in Palestine, controversa associazione di attivisti pro-palestinese. Naturalizzato nel 2018, Mamdani è un musulmano sciita praticante; ha sposato l’artista siriana Rama Duwaji in primavera. Vivono ad Astoria, nel Queens (distretto parlamentare della sua amica AOC, Alexandria Ocasio-Cortez che ha sostenuto insieme con Bernie Sanders la sua candidatura).
Prima di dedicarsi alla politica, Mamdani faceva il rapper, ha scritto delle musiche per un film della madre, e ha brevemente lavorato come consulente per la prevenzione dei pignoramenti immobiliari nel Queens. Ha spiegato spesso come l’esperienza delle trattative con le banche («Antepongono i profitti alle persone»), ha ispirato la sua corsa all’Assemblea legislativa del 2020, dove ha sconfitto un candidato che era in carica da quattro mandati. Rieletto all’unanimità nel 2022 e nel 2024 con una piattaforma incentrata sul problema della casa, dei trasporti e l’ambiente.
Non è importante, in ultima analisi, che abbia fatto una retromarcia molto disinvolta sul tema «defund the police» («Bugie trumpiane», ma i tweet sono liberamente consultrabili), né che abbia tenuto il punto (litigando con le associazione ebraiche) sulla sua affermazione secondo la quale «globalizzare l’intifada» è un’espressione relativa ai diritti umani, non violenta. Che si sia rifiutato di appoggiare una mozione sulla giornata della memoria per la Shoah. O che abbia promesso di arrestare Bibi Netanyahu se si presentasse a New York.
I suoi elettori adesso gli chiedono gli autobus urbani gratuiti (c’è qualche esperimento urbano di «zero fare» in America, ma nulla sulla scala da lui ipotizzata per New York), il blocco degli affitti per le unità abitative stabilizzate, l’assistenza all’infanzia, supermercati comunali a prezzi calmierati, il salario minimo di 30 dollari l’ora entro il 2030.
La vecchia intervista della madre che lo definisce «ugandese e indiano, non si sente occidentale»? Bene così. L’’innalzamento a 25 gradi dell’aria condizionata per risparmiare corrente? L’altroieri c’erano 38 gradi, giornata più calda dal 2012, e gli elettori gli hanno dato un «pass» anche per questa idea. Progetti miliardari (le stime variano), ma finanziati come? «Tassando le aziende e i ricchi».
25 giugno 2025 ( modifica il 25 giugno 2025 | 18:29)
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