Home / Economia / Caro vacanze, in Italia si spende il 30% in più rispetto al pre-Covid: «Spiagge +33%, un salasso»

Caro vacanze, in Italia si spende il 30% in più rispetto al pre-Covid: «Spiagge +33%, un salasso»

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Alle doglianze dei balneari dovute al corrente calo delle presenze nei lidi italiani Alessandro Gassmann ha replicato andando dritto al punto: «Secondo voi perché? Forse avete un po’ esagerato con i prezzi? Abbassateli e le cose, forse, andranno meglio». Lo ha scritto mercoledì su Instagram, dopodiché a dargli ragione ci ha pensato l’indomani il Codacons. Dati Istat alla mano, l’associazione presieduta da Carlo Rienzi ha infatti sottolineato come dal 2019 a oggi i prezzi degli stabilimenti siano cresciuti complessivamente del 32,7%, «rendendo una giornata al mare sempre più un salasso per le famiglie, al punto che molte, come dimostrano i dati dei balneari, rinunciano del tutto alle spiagge a pagamento». 

Rincari generalizzati

Stando così le cose, il comunicato non esita a parlare di «lacrime di coccodrillo» da parte degli operatori del settore. «E per capire i livelli record raggiunti dai lidi ubicati sul nostro territorio – si legge ancora –, basti pensare che per la “tenda imperiale” del Twiga in Versilia la spesa raggiunge i 1.500 euro al giorno, 600 euro la tenda normale (per quanto la prima, a onor di cronaca, possa accogliere fino a dieci persone, ndr)». Un caso isolato? Niente affatto, se si considera che appena cinque giorni prima – sabato 2 agosto – lo stesso Codacons aveva denunciato in un’altra nota che «le vacanze estive costano in media il 30% in più rispetto all’era pre-Covid». Esempio più eclatante quello del trasporto aereo, poiché «oggi i voli nazionali costano in media l’81,5% in più rispetto allo stesso periodo di sei anni fa, mentre le tariffe dei voli internazionali sono aumentate del 65,9%, +61% quelle dei voli europei». 

Elenco (quasi) senza fine

Traghetti +13,9%, treni +10,7%, pullman +10,1%, auto a noleggio +17,6%, alberghi, motel e pensioni +40,6%, villaggi e campeggi +12,7%, b&b, case vacanza e alloggi in altre strutture +22,7%, parchi divertimento +21,4%, musei e monumenti +20,5%, parchi nazionali, zoo e giardini +13%, ristoranti e pizzerie +22,5%: l’elenco dei rincari a doppia cifra inclusi nel report sembra non finire mai, chiaro emblema di come il fenomeno abbia radici profonde. «Prima le misure legate al Covid e poi il caro-energia hanno provocato uno tsunami nel comparto turistico – analizza l’ente in proposito –. Al termine di queste emergenze la ripresa dei flussi turistici, la rinnovata voglia di viaggi e spostamenti da parte degli italiani e le massicce presenze di visitatori stranieri registrate negli ultimi anni hanno “dopato” l’intero settore portando a una crescita della domanda e a un’ulteriore accelerazione dei listini». La sensazione, tuttavia, è che ormai la corda non possa essere tirata più di così. A dimostrarlo, ancor prima degli ombrelloni sfitti da Nord a Sud, il fatto che già nei mesi scorsi circa 6 milioni di italiani si fossero rassegnati a rinunciare alle vacanze proprio per motivi economici.

8 agosto 2025 ( modifica il 8 agosto 2025 | 15:54)

8 agosto 2025 ( modifica il 8 agosto 2025 | 15:54)

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