
Carl Brave fa un viaggio nel passato e nella sua storia con «Notti Brave Amarcord», suo nuovo disco in uscita venerdì 25 aprile. «Volevo raccontare quel che mi ha portato fin qui e c’è dentro tanta vita scapestrata e giovanile — dice il rapper romano, 35 anni —. Ci sono le amicizie e le grandi compagnie di quando sei pischello, la spensieratezza, ma anche i momenti crudi».
Sullo sfondo, una Roma notturna, «anche paurosa e pericolosa, ma vera, non quella del Colosseo», spiega Carl Brave, all’anagrafe Carlo Luigi Coraggio. Muovendosi fra rap e parti cantate, i brani sono densi di testo, «alla ricerca della sincerità degli inizi», spiega. «Vado in controtendenza rispetto a quel che funziona oggi e credo proprio che non andrò al primo posto in classifica, ma me ne sono fregato, il disco non è stato concepito per quello, è una cosa intima».
Il suo unico timore, prosegue, «è che la gente non lo ascolti come andrebbe ascoltato, cioè un po’ di volte, alla vecchia maniera. Ormai escono mille pezzi al giorno e non siamo più abituati a concentrarci».
L’album è interamente scritto e prodotto da lui, senza feat, fatto salvo per il brano «Perfect» con Sarah Toscano, disponibile solo in digitale: «Il mio stile può piacere o non piacere, ma è sincero. Nella musica italiana molte canzoni sono scritte da tanti autori, spesso gli stessi, per qualcuno random che poi le canterà e finisce che si assomigliano tutte. Questo non mi piace molto».
In alcuni cori, invece, sperimenta con l’Intelligenza Artificiale: «L’ho usata per trasformare la mia voce in una voce femminile — spiega —. Credo vada sfruttata, se può aiutare, anche perché non se ne andrà. Ma va regolamentata, mi spaventa che si possano scrivere pezzi interi con l’AI e che diventi perfetta al punto da non accorgersene più».
Carl Brave sarà in tour nei club a ottobre e per il futuro non nega di guardare con interesse a Sanremo: «Ormai è una cosa che serve, dà una spinta esagerata, ti permette poi di fare i palazzetti o gli stadi». Dei concerti così grossi, però, vede anche i rischi: «Alcuni fanno il passo più lungo della gamba e fanno flop. Ci si dovrebbe arrivare con la gavetta, ma oggi non esiste più».
24 aprile 2025
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