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Carburanti, rincari di 442 euro al mese con la crisi in Medio Oriente: perché sono a rischio le forniture di diesel

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La guerra tra Israele e Iran sta influenzando molto i mercati, in particolare quello dei carburanti – che risentono sia del rischio di un eventuale blocco dello stretto di Hormuz sul Golfo Persico ma anche di  fenomeni speculativi che gravano sui prodotti energetici –, tenendo conto che il Medio Oriente è uno dei principali fornitori europei, non solo di petrolio ma anche di diesel. Uno scambio commerciale che si è ampiamente sviluppato negli ultimi due anni, come racconta il Sole 24 Ore, da quando la Russia ha risposto alle sanzioni Ue successive all’invasione dell’Ucraina con uno stop alle esportazioni del greggio.

I prezzi

Fin dalla vigilia dell’attacco di Israele all’Iran, i prezzi all’ingrosso del gasolio sono aumentati circa del 20% arrivando a toccare anche i 100 dollari al barile (pari a 800 dollari a tonnellata). In parallelo, anche la quotazione del petrolio è cresciuto: nelle ultime settimane il Brent ha sfiorato gli 80 al barile.Lunedì 23 giugno, a seguito anche dell’intervento degli Stati Uniti in questo conflitto, il Wti ha guadagnato lo 0,96% a 74,55 dollari al barile, mentre il Brent è salito dello 0,95% a 77,74 dollari. Le quotazioni del gas ad Amsterdam sono state in rialzo dell’1,1% a 41,38 euro al megawattora. A preoccupare gli investitori, come anticipato, è la possibilità che Teheran ricorra alla chiusura dello stretto di Hormuz, terzo transito di prodotti petroliferi a livello mondiale. Secondo i dati più recenti, redatti da U.S. Energy Information Administration (Eia) e che risalgono al 2023, transitano in media 5,9 barili al giorno.

Le ripercussioni al distributore

Di questi, 1,2 milioni di barili di diesel al giorno sono la quantità media importata dall’Europa ogni giorno. Un dato sempre risalente al 2023, ma che è cresciuto e continua a crescere, a maggior ragione con l’urgente bisogno legato al blackout in Spagna lo scorso 28 aprile. Intanto, i rincari delle quotazioni dei carburanti avranno un effetto negativo sulla spesa al distributore su cittadini e imprese. Come afferma lo studio del Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) e Assoutenti, in Italia alla pompa la benzina nella prima settimana di giugno è aumentata di 6 centesimi al litro, per un totale di 3 euro in più di media sul pieno. Il gasolio, invece, è aumentato di 8,5 centesimi, portando il pieno di diesel a costare 4,20 euro in più. Secondo le previsioni, la verde potrebbe presto arrivare a superare i 2 euro (precisamente 2,024 euro al litro) con un aggravio di 16,70 euro a pieno per un totale di 402 euro in più al mese; il gasolio potrebbe sfiorare lo stesso prezzo (nello specifico a a 1,953 euro al litro) aumentando la spesa di un pieno di 18,40 euro in media e di 442 euro quella mensile.

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27 giugno 2025

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