
Anche per i nostri animali è a volte possibile contemplare rimedi alternativi alla sola medicina tradizionale e all’uso di farmaci. Sentiamo sempre più parlare, così come avviene per noi umani, di medicina integrata, vale a dire una integrazione tra la medicina allopatica che consideriamo ufficiale, occidentale, e altri approcci complementari che seguono gli stessi principi di cura dopo l’individuazione dei sintomi, oppure alternativi, come la medicina cinese, l’omeopatia, l’Ayurveda. Cinzia Ciarmatori, medico veterinario, esperta in omeopatia, medicina integrata e nutrizione spiega come la medicina integrata non debba essere considerata solo come un insieme di terapie, ma come un approccio che ci permette di vedere i sintomi per quello che sono, certo, ma allargando lo sguardo all’intero organismo. Ecco allora che anche per gli altri animali, uscendo dal meccanicismo cartesiano che li considerava alla stregua di macchine, è possibile parlare di un «corpomente», senza distinzione tra gli aspetti fisici e quelli psicologico-emozionali.
HABITAT FAMILIARE
Così come dimostrato dalle neuroscienze, la mente è incarnata nel corpo anche negli animali che ormai fanno sempre più spesso parte della nostra vita quotidiana e famigliare. Il nuovo approccio veterinario prevede per questo una sempre maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente sociale e relazionale, proprio per l’influenza sullo stato psicofisico dell’animale stesso. Il focus viene centrato sulle differenze di specie, sulle caratteristiche etologiche che determinano comportamenti e bisogni, ma anche sul singolo individuo, sulle sue peculiarità. Le necessità nutrizionali, ad esempio, le particolari caratteristiche fisiopatologiche e di nuovo l’ambiente, sia domestico che esterno, poiché tutti gli organismi si evolvono in comunicazione costante con tutto ciò che li circonda.
L’ARMONIA DELL’INSIEME
«Quando si va a lavorare sulle relazioni con i famigliari, lo stile di vita, l’attività fisica, il gioco e il movimento – sottolinea la dototressa Ciarmatori – stiamo già curando. Il linguaggio medico rischia, a volte, di cadere in difficili tecnicismi, trascurando il fatto che curare è semplicemente riportare a un equilibrio, un po’ come accordare uno strumento, per ricondurre a uno stato di armonia mentecorpo».
LE NUOVE VIE DI CURA
La medicina integrata offre tanti strumenti di cura quali l’omeopatia, la medicina cinese, la fitoterapia, l’aromaterapia che è in grado di lavorare anche sulla componente psicologico-emozionale, la micoterapia dalla tradizione millenaria che attinge alle proprietà dei funghi medicinali, la floriterapia, la nutrizione e la nutraceutica, cioè l’utilizzo di sostanze terapeutiche contenute nei cibi sotto forma di integratori, per raggiungere la giusta concentrazione dei principi attivi. Tante vie, quindi, da contemplare come alternative o come supporto ai farmaci tradizionali, un grande aiuto anche nei casi in cui si verificasse una farmaco resistenza, come nel caso degli antibiotici.
«Lo studio dei sintomi a priori è importante – spiega ancora Ciarmatori -, ma un altro passo essenziale è lavorare sulla parte emozionale, ricorrendo, ad esempio, all’aromaterapia o ai fiori di Bach. Si può partire intervenendo primariamente sul corpo per agire poi anche sulla parte psicologica, e viceversa, come in un effetto domino. Capita molto spesso di osservare, intervenendo a livello intestinale, riportando per esempio in equilibrio il microbiota, un effetto benefico anche a livello comportamentale e al contrario migliorando la condizione psicologico-emozionale si può assistere ad un miglioramento a carico dell’intestino».
Ricorrere a più strumenti di cura non è dunque solo una somma di rimedi, ma una vera e propria sinergia con un risultato esponenziale. Includere aspetti ambientali e relazionali significa anche restituire ai famigliari un ruolo sempre più attivo e consentire una scelta più consapevole delle possibilità terapeutiche, con una possibile apertura verso vie di cura sempre più integrate.
25 settembre 2025
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