
Una settimana per fermarsi ad ascoltare chi non parla la nostra lingua, ma comunica ogni giorno con sguardi, posture e silenzi. È questo lo spirito della Healthy Pets Week, l’iniziativa promossa da Mars, Royal Canin e AniCura ospitata questa settimana negli spazi dell’One Mars Office.
Alla domanda cosa ci dicono davvero i nostri animali domestici, si apre un mondo, ancora spesso sottovalutato, fatto di segnali, emozioni e bisogni che loro esprimono con coerenza ma che richiedono, da parte dei proprietari, attenzione e consapevolezza. Un cane che ringhia o un gatto che si nasconde non stanno facendo i capricci: ci stanno dicendo che qualcosa non va. È da questo presupposto che parte il contributo degli esperti che intervengono alla Healthy Pets Week, per spiegare come riconoscere e gestire i segnali di stress nei nostri animali domestici.
I segnali da non ignorare
Molteplici i temi toccati durante la week. Lo stress nei cani e nei gatti, ad esempio, può manifestarsi in modi molto diversi, e non sempre riconoscibili a occhio nudo. Un cane che sbava, si lecca spesso il naso, gira la testa o si allontana sta probabilmente cercando di dirci che è a disagio. Un gatto che improvvisamente cambia comportamento, si nasconde o urina fuori dalla lettiera non è «dispettoso»: sta lanciando un allarme.
«Ogni comportamento ha un significato – spiegano i promotori dell’iniziativa-. Dietro a un’apparente maleducazione può esserci un disagio emotivo o fisico. Il nostro compito è imparare a leggere questi segnali». Se ignorati, questi messaggi possono evolvere in veri disturbi comportamentali. Una distinzione va fatta tra eustress, lo stress «buono» che aiuta l’adattamento, e distress, quello che compromette il benessere. Un’adozione, ad esempio, è un momento stressante per un animale, ma positivo. Un abbandono o un cambiamento improvviso e traumatico no, quello è distress. Importante è riconoscere i campanelli d’allarme. Rumori forti, cambiamenti ambientali, visite veterinarie, viaggi in auto: tutti eventi che possono generare disagio in cani e gatti. Ma spesso i segnali non vengono colti dai proprietari.
Routine, prevedibilità, rispetto
Una delle principali fonti di stress per gli animali domestici è l’imprevedibilità dell’ambiente in cui vivono. Cani e gatti hanno bisogno di stabilità: orari, luoghi sicuri, rituali quotidiani. Un rumore improvviso, un cambiamento di routine, un ambiente eccessivamente stimolante o caotico possono destabilizzarli.
In particolare, i gatti soffrono molto la perdita di controllo sul proprio territorio, mentre i cani, se iperstimolati o costantemente sollecitati, possono sviluppare ansia. Anche in ambulatorio veterinario, senza una preparazione adeguata, il contesto può essere vissuto come traumatico.
L’importanza dell’osservazione
La chiave per intervenire precocemente è l’osservazione. Posture alterate, vocalizzazioni insolite, mimiche nuove, ma anche sintomi fisiologici come tachicardia, respiro affannoso (il cosiddetto “ansimare”) o pupille dilatate sono indici di uno stress che non va ignorato. Fondamentale, è imparare ad osservare e ascoltare, e soprattutto evitare di attribuire all’animale comportamenti «capricciosi» quando invece si tratta di segnali di disagio. Qualsiasi cambiamento – nel comportamento, nel ritmo sonno-veglia, nelle abitudini alimentari o nei bisogni – merita attenzione. Un animale più irrequieto, che si isola o smette di interagire, può star esprimendo disagio, dolore o paura.
Benessere emotivo e fisico: un binomio inscindibile
Spesso si tende a considerare in salute un animale solo perché mangia e si muove. Ma il benessere non è solo fisico: anche l’equilibrio emotivo fa parte della salute globale. Un cane o un gatto cronicamente stressato, pur apparentemente sano, può sviluppare malattie psicosomatiche, cali immunitari, patologie gastroenteriche, problemi dermatologici.
Offrire un ambiente sicuro, prevedibile e ricco di stimoli adeguati – non eccessivi – è un investimento sulla loro salute a lungo termine.
12 giugno 2025
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