
Fa discutere la sentenza della Corte di Giustizia Ue sulla cagnolina smarrita durante le operazioni di handling all’aeroporto di Buenos Aires e considerata dalla compagnia aerea, nella fattispecie l’Iberia, al pari di una valigia persa. Dopo il pronunciamento dei giudici del Lussemburgo, che hanno negato un risarcimento congruo per la proprietaria dell’animale, la notizia ha fatto il giro del mondo e dei social e ha acceso un grande dibattito. Per l’Unione Europea, del resto, gli animali sono ormai considerati «esseri senzienti» e anche i Trattati di Lisbona, che hanno aggiornato quella che è di fatto la carta costitutiva dell’Unione, li citano come tali. Molto stupore ha destato quindi la decisione della Corte di non tenere conto di questa nuova visione.
«Siamo di fronte a un’interpretazione e applicazione severa e restrittiva della legge, che non tiene in considerazione il legame affettivo che si instaura con un animale da compagnia – sottolinea l’avvocata Claudia Taccani, responsabile dell’ufficio legale italiano dell’Organizzazione internazionale protezione animali -. Ormai per milioni di cittadini europei, i cani sono parte integrante della famiglia». Viene poi ricordata la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, che a sua volta riconosce gli animali come esseri senzienti e quindi «degni di tutela legale e chiaramente del rispetto da parte dell’uomo».
L’Oipa esprime rammarico per la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue e lancia ora un appello alle compagnie di trasporto chiedendo un aggiornamento delle regole «che vada di pari passo con la sensibilità attuale, che vede cani e gatti come componenti delle famiglie di cui fanno parte e non come semplici beni inanimati». Per l’organizzazione «occorre anche una maggiore attenzione al benessere animale, insieme alla definizione di responsabilità chiare e inequivocabili in caso di danni».
19 ottobre 2025 ( modifica il 19 ottobre 2025 | 10:38)
© RIPRODUZIONE RISERVATA




