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Bruno Barbieri tifa Sinner: «Come promesso inventerò un piatto per Jannik dopo Wimbledon, un soufflé alla carota»

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Non ha più voce Bruno Barbieri. Ha urlato come un pazzo. Lo chef, volto noto di molti programmi tv, è un fan scatenato di Jannik Sinner. Tutte le partite le vede con una parrucca arancione.

Anche lei è un po’ un Carota Boys?
«Anche peggio. Il mio è un tifo di passione, di cuore».

Chef, aveva promesso che —  se Sinner avesse vinto a Wimbledon — lei avrebbe inventato un piatto per lui
«E lo farò. Ho già in mente un soufflé alla carota. Il soufflé è un piatto che cresce, si gonfia ed è uno dei piatti più interessanti nella gastronomia, è una esplosione di sapori. E aggiungerò sopra una punta di caviale perché dobbiamo tiracela un po’».

Dove ha visto la partita?
«A casa da solo. Mi sono vestito da Wimbledon: maglioncino bianco scollato a V con maglietta, pantaloncino bianco. Bandana in testa arancione. E poi la parrucca».

È decisamente scaramantico…
«Come un napoletano».

Pensava che ce l’avrebbe fatta Sinner?
«Sì, perché dopo Roland Garros, dove ha perso in un modo terribile, andava in campo con la voglia di vincere».

Cosa le fa più piacere di questa vittoria?
«Molta stampa estera ha scritto cose non carine nei confronti di un giovane straordinario. Eh beh adesso ce la tiriamo un po’… Che soddisfazione!. Da oggi tutti con la spilletta con la faccia di Jannik sulla giacca».

È un grande orgoglio per l’Italia
«Assolutamente. Poi in ‘sto periodo che siamo così sfigati con la Nazionale di calcio e con la Formula 1..».

Peccato quel tifo contro, specie a Parigi, molto meno ieri a Wimbledon
«A Wimbledon il tifo è un po’ più composto, ma mi è dispiaciuto molto quel tifo a Parigi. Da oggi si devono tutti ridimensionare. Sinner è un giocatore che sa leggere le partite, c’è molto con la testa, non molla mai. È una caratteristica dei montanari: gente tosta che viene giù come una valanga. Per molti anni dovranno tutti fare i conti con lui».

La sua dote migliore?
«Sinner è un campione straordinario dentro e fuori dal campo. Non parla mai, non fa casino, non si eccita. Anche quando sta vincendo guarda il suo coach e fa quel pugno. Senza sbattere niente per terra».

Anche ieri durante la premiazione ha detto che vuole crescere soprattutto come persona
«Jannik è un esempio per i giovani che possono immedesimarsi: fare sport, crederci. Lui era un ragazzino bravo nello sci. Molla tutto perché decide di fare il tennista. Se ne va di casa, si stacca dalla famiglia per andare ad allenarsi .Ed è arrivato fino a qui. È un esempio potentissimo, anche per noi meno giovani. Ci fa stare bene e ne abbiamo bisogno».

E adesso?
«Ci vediamo a New York»

14 luglio 2025

14 luglio 2025

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