
«Confermo di aver utilizzato quel sistema di pagamento, l’avrei fatto anche a giugno per l’iscrizione, perché è corretto. Se mi avessero detto che non andava bene, avrei pagato di tasca mia, come ho fatto in tanti anni di calcio tra Cagliari, Leeds e Brescia, vendendo anche le mie case». Massimo Cellino, dopo le parole sintetiche («Sono stato truffato, faremo ricorso con i nostri avvocati») rilasciate nel pomeriggio di ieri, quando è divenuta nota a tutti la possibile penalizzazione in cui può incorrere il suo Brescia, si mostra combattivo nell’intervista che ha rilasciato alla Gazzetta dello sport in edicola.
«Siamo stati truffati, e ho già presentato una denuncia penale», rincara la dose. Quando avete saputo che qualcosa non andava? (chiede la Gazzetta): «Il 9 maggio – continua Cellino – ci hanno detto che erano in corso verifiche e avevamo 60 giorni di tempo, dicendomi che in caso contrario avrei dovuto rispondere in solido. E io sarei stato pronto a farlo». Nessuno fa espressamente il nome della Sampdoria, ma a Brescia (e non solo) tira aria di complotto: «Tutto è molto strano, in due giorni hanno fatto e chiusole indagini. Noi avevamo mandato alla Covisoc copia del contratto di acquisto e anche la ricevuta del nostro pagamento».
Infine, il retroscena sulla cessione della società, imminente ma ora inevitabilmente in standby: «Ora non mi va di finire così la mia esperienza al Brescia. Sabato avevo anche definito la cessione del club a una persona perbene, italiana. Ora chissà, siamo nei guai: ma noi daremo battaglia».
19 maggio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
19 maggio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA