
Mercoledì 15 ottobre in tutto il mondo si celebra il Breast Reconstruction Awarness (BRA) Day, la giornata internazionale per la consapevolezza della ricostruzione mammaria post-oncologica. Come ogni anno la SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica, chiama a raccolta tutti i soci per sensibilizzare sull’argomento. La città scelta per questa edizione è Roma e Marzia Salgarello, chirurgo plastico presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, presidente della Beautiful After Breast Cancer (BABC) Italia Onlus e socia SICPRE, è organizzatrice e padrona di casa.
In Italia il tumore al seno colpisce una donna su otto nel corso della vita. Nella stragrande maggioranza dei casi, la cura oncologica comporta un intervento chirurgico più o meno demolitivo. Per recuperare l’integrità fisica, o semplicemente forme naturali e gradevoli, è necessario un intervento ricostruttivo.
«La ricostruzione mammaria è uno dei principali ambiti d’intervento della chirurgia plastica e ci sta particolarmente a cuore per il benessere che può dare alla donna. Vedersi “come prima” è importante per ritornare alla vita di tutti i giorni nelle migliori condizioni psico-fisiche. La nostra pratica clinica lo evidenzia quotidianamente. Ogni anno, in occasione del Breast Reconstruction Awareness Day, la nostra Società organizza un evento rivolto al pubblico, che coinvolge i soci chirurghi plastici di tutta Italia. Il BRA Day SICPRE, quest’anno con il titolo “Con il seno di poi”, ha lo scopo di raggiungere e informare le donne. La ricostruzione mammaria è a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma non sempre le pazienti sono al corrente di questa possibilità, delle modalità in cui avviene e dei risultati che può dare», spiega Maurizio Ressa, presidente SICPRE e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Plastica dell’Istituto dei Tumori di Bari.
«Il Bra Day sottolinea l’importanza della ricostruzione immediata, fondamentale per la donna, per riappropriarsi di sé stessa, ma anche per ricevere meglio le terapie e riprendere la vita lavorativa e sociale. Dopo il tempo trascorso in ospedale, ci si ritrova a casa con le proprie paure e tante domande che non riescono a trovare risposta. La ripresa è un momento difficile, un frullatore psicologico in cui i chirurghi plastici hanno un ruolo fondamentale: fanno una cosa che la paziente porterà con sé per tutta la vita. Ecco perché è importante che siano loro ad accompagnarle nella ripresa in tutte le sfaccettature, fisiche, motorie, psicologiche, intime», sottolinea Salgarello.
«Giornate come il BRA Day sono davvero utili per sensibilizzare le donne, e non solo, sull’importanza della ricostruzione immediata. Oggi solo il 50% delle donne sceglie di ricostruirsi. Nelle Breast Unit la percentuale di coloro che ricevono una ricostruzione immediata è notevolmente più alta. Ecco perché dobbiamo spingere le pazienti a rivolgersi alle Breast Unit, poiché le possibilità di cura sono di gran lunga migliori. Sono formate da equipe altamente qualificate, di cui i chirurghi plastici sono parte integrante. Ed è tutto programmato in funzione del fatto che la ricostruzione sia la fine del percorso di cura. Attualmente esistono numerose tecniche ricostruttive, tra cui la posizione della protesi mammaria pre-pettorale, cioè davanti al muscolo, che è la più naturale. Ma non c’è uno standard: ogni donna ha la sua ricostruzione in base alle caratteristiche del tumore, alla tipologia della mastectomia e alle caratteristiche fisiche del corpo e del suo seno», continua Liliana Barone Adesi, dirigente medico dell’Unità di Chirurgia Plastica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma, Vicepresidente BABC Italia Onlus.
«Quando in un ambulatorio ci sono una donna che deve subire una mastectomia, un chirurgo senologo ed un chirurgo ricostruttivo, si genera una alchimia in cui l’ascolto dei saperi reciproci è la premessa per condividere uno scenario futuro di vita oltre l’ostacolo della malattia. La ricostruzione prefigura il dopo, è prendersi cura, significa proiettarsi oltre la “paura”. Questa giornata ci ricorda quanto sia prezioso sognare con ogni donna la ricostruzione giusta, ri-tessere la speranza, rispettare ogni corpo», prosegue Alba di Leone, presidente KOMEN Italia.
La giornata si articola in due momenti. Il mattino è dedicato al cibo e le protagoniste saranno Lara Gilmore, Cristina Bowerman e Chiara Maci. Il pomeriggio ha come tema l’arte e la bellezza della donna. Sull’argomento interviene Francesca Villanti, curatrice della mostra Alphonse Mucha Un trionfo di bellezza e seduzione, attualmente in corso a Palazzo Bonaparte a Roma. Grazie alla generosità di Iole Siena, presidente Arthemisia, i partecipanti al BRA Day avranno la possibilità di visitare la mostra. E grazie a Olivia Paladino anche quest’anno il Grand Hotel Plaza di Roma ospita l’evento, che è a partecipazione libera e gratuita sul canale YouTube della SICPRE (qui il link).
Ma cosa hanno in comune cibo e arte? «Sono entrambi espressioni di creatività e manualità, ma anche di accoglienza. Entrambi vivono una duplice dimensione: da un lato la solitudine, dall’altro la socialità. Prevedono un processo che parte dall’intimità e si apre poi all’esterno, come avviene in cucina e come accade nella pittura o nella scultura. Prima c’è il momento personale, in cui creo, mi prendo cura di me stessa, sperimento i miei sensi e mi confronto con la mia capacità generatrice. Poi arriva il tempo dell’incontro, quando il piatto cucinato o l’opera d’arte diventa manifestazione di me e dialogo con gli altri: la mostro, la faccio assaggiare, la espongo, la dono», conclude Marinella Cozzolino, psicoterapeuta.
15 ottobre 2025
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