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Bper-Pop Sondrio al via, parte l’ops in Borsa

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Conto alla rovescia. Alle 9 di questa mattina – lunedì 16 giugno – è partita la seconda ops del risiko bancario italiano, dopo quella di Banca Ifis su Illlimity: Bper su Pop Sondrio. L’istituto con sede a Modena ha lanciato il 6 febbraio la sua offerta sulla popolare valtellinese — del valore di 4,3 miliardi — e da quando aprirà la Borsa scambierà 1,45 azioni ordinarie di nuova emissione per ciascun titolo dell’istituto valtellinese consegnato.

C’è tempo fino all’11 luglio per scegliere di aderire. L’offerente arriva all’appuntamento con una capitalizzazione intorno ai dieci miliardi di euro e un +35% registrato da inizio anno, mentre la «target» ha mostrato un guadagno del 54% e una capitalizzazione oggi intorno ai 5,2 miliardi.  Il debutto

Si tratta della prima grande acquisizione di Gianni Franco Papa — una lunga carriera in Unicredit, oltre vent’anni di esperienza internazionale tra Asia e Americhe — chiamato solo un anno fa a guidare l’ex popolare emiliana. E che su un’altra ex popolare ha puntato il bersaglio, con la particolarità che i due istituti condividono radici, territori e un azionista di peso: l’Unipol di Carlo Cimbri, una quota di oltre il 19% in entrambe. È una presenza al servizio di una strategia precisa: vendere assicurazioni attraverso gli sportelli bancari. C’è inoltre un derivato, ha spiegato il ceo Matteo Laterza, che farebbe scattare la vendita di azioni Bper nel caso l’ops raggiungesse la soglia minima del 35%, per garantire al gruppo assicurativo di non superare la quota del 20%. Ma Papa è convinto del pieno successo dell’offerta.

La banca lombarda tuttavia si è strenuamente opposta e ha ribadito la sua resistenza preparando a marzo un piano stand-alone che promette 1,8 miliardi di utile cumulato tra 2025 e 2027 e una distribuzione ai soci di 1,5 miliardi di cedole, raddoppiando quelle degli ultimi tre anni. Obiettivo garantito dal migliore controllo dei costi e dalle proiezioni sul costo del rischi.

L’aggregazione con Bper invece mira a realizzare ricavi consolidati fino a oltre sette miliardi di euro entro il 2027 e utili consolidati a più di due miliardi di euro dal 2027, a esprimere una elevata profittabilità. La popolare valtellinese dal canto suo, assicura Papa, manterrà il proprio marchio nelle aree d’elezione; inoltre sarà istituita una direzione territoriale a Sondrio con facoltà creditizie.

Le sinergie complessive sono stimate in circa 290 milioni all’anno, tra minori costi e maggiori ricavi. Inoltre la fusione permetterà di accelerare sugli investimenti in digitalizzazione, Ai e cybersecurity, ipotizzati complessivamente in 650 milioni entro il 2027. E supporterà anche il piano di trasformazione It da 400 milioni annunciato dalla stessa Sondrio. L’istituto guidato da Mario Alberto Pedranzini ha paventato al riguardo ricadute sul personale, ma Papa è stato netto. «La nostra volontà — ha detto — è valorizzare il capitale umano e territoriale di Banca Popolare di Sondrio, le cui persone sono parte della nostra strategia di crescita: un valore, non una variabile da limitare. Vogliamo inoltre rafforzare le radici locali, non cancellarle». Bper ricorda la sua lunga storia di acquisizioni (Unipol Banca, Ubi, Carige) gestite in accordo con le parti sociali

Risposta a metà

I valtellinesi però non ci stanno: venerdì in una nota il cda — pur riconoscendo questa volta un «prezzo congruo» — è tornato ad attaccare l’offerta, che «non riconosce pienamente il reale valore» di Pop Sondrio, mentre il premio «risulta molto contenuto, una fattispecie con rari precedenti per operazioni di questo tipo», e il «corrispettivo non valorizza adeguatamente le sinergie realizzabili tramite l’aggregazione». Bper ha risposto rilevando «con favore che il cda di Sondrio ha riconosciuto, sulla base delle fairness opinion fornite dai suoi advisor finanziari, la congruità del corrispettivo offerto sotto il profilo finanziario, in linea con quanto Bper ha sempre sostenuto e comunicato al mercato».

Secondo Papa l’operazione «ha una fortissima valenza strategica, industriale e finanziaria anche grazie alla perfetta complementarità territoriale tra i due istituti. Vogliamo costruire — ha detto— un grande gruppo bancario, attraverso l’unione di due realtà accomunate da una lunga tradizione di vicinanza a famiglie, piccole imprese e comunità locali. Un gruppo più solido, resiliente e competitivo, con sei milioni di clienti, una forte presenza in Lombardia e un modello fondato sulla prossimità, l’efficienza e il radicamento territoriale».

Secondo Sondrio, l’operazione potrebbe ridurre i flussi di cedole attesi per i propri azionisti, ma per Bper «è accrescitiva anche sotto il profilo dei dividendi per entrambe le platee azionarie». Al riguardo, Papa osserva però che «il capitale della banca tende a ridursi nel periodo di piano, mentre tramite la combinazione si otterranno dividendi sostenibili e basati su utili superiori. I dividendi, infatti, devono essere sostenuti da una generazione di capitale, che è una conseguenza della solidità industriale». La parola da oggi ora al mercato.

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16 giugno 2025

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