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Bomba di Hiroshima, il ricordo dell’orrore: 80 anni fa il fungo che cambiò il mondo

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Le avevano dato anche un nome, e che nome per una bomba: «Little Boy». A commemorare il lancio della prima atomica a Hiroshima, sul palco accanto al sindaco e al primo ministro, ci sarà anche «un piccolo ragazzo» giapponese: Shun Sasaki ha 12 anni e da quando ne ha 8, due volte alla settimana, con il suo inglese imperfetto va come volontario al «Peace Memorial Park» a fare da guida ai visitatori. 

Parla anche della bisnonna Yuriko, che aveva la sua età quando la forza dell’esplosione le fece crollare la casa addosso, a 900 metri dall’ipocentro. Ne venne fuori, crescendo collezionò tumori e morì di cancro a 69 anni nel 2002. «Hibakusha»: i «sopravvissuti» alla violenza di Little Boy e Fat Man (lanciata su Nagasaki il 9 agosto) sono rimasti in meno di 100 mila. Dei morti aleggiano le parole: «Non mollate, perseverate» dice alla commemorazione il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, citando l’attivista Sunao Tsuboi che per tutta la vita si era battuto per l’abolizione delle armi atomiche, prima di andarsene a 96 anni nel 2021. 

Perseverate, è una parola: di atomiche nel mondo ce ne sono almeno 12 mila. Nei primi dieci anni dopo la strage, in Giappone era un tabù parlarne: l’occupazione Usa, il dolore troppo grande. Ora l’atomica vola senza pudore nel linguaggio e nelle liti tra leader. Il dodicenne Shun Sasaki dice alla Reuters che «la cosa più pericolosa è dimenticare»: Little Boy esplose quasi in silenzio nel cielo, e sotto 78 mila persone si volatilizzarono all’istante. «Aveva appena sette mesi. Ossa come petali di fiori» scrisse Atsuyuki Matsuo, insegnante di Nagasaki, di sua figlia. 

Versi a lungo rifiutati, che ieri sono stati ricordati dal New York Times. Già: anche dall’altra parte dell’oceano, domani e il 9 agosto, si griderà e si farà silenzio. Una commemorazione in un altro «parco della memoria»: il Manhattan Project National Historical Park è dislocato in tre angoli degli Stati Uniti. Los Alamos, dove le bombe furono messe a punto. Oak Ridge, Tennessee, che fornì l’uranio arricchito. E Hanford, Stato di Washington, da dove arrivò il plutonio. A Oak Ridge, per gli 80 anni dalle bombe, risuonerà la «Campana internazionale dell’amicizia», forgiata in una fonderia di Kyoto. 

Donald Trump è certo che non la sentirà. A questi piccoli eventi di speranza i Grandi della Terra, troppo occupati a non risolvere le guerre quotidiane, mandano nobili rincalzi.

6 agosto 2025

6 agosto 2025

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