
L’incontro al ministero delle Infrastrutture convocato dal vicepremier Matteo Salvini dopo la frenata sul progetto del Passante di mezzo non scioglie il futuro del «nodo di Bologna», ma dopo giorni di tensioni apre ufficialmente la strada a un dialogo tra la Vie Emilia e Roma. Archiviata l’ipotesi di un intervento in due fasi, si tenterà di trovare un accordo su una «riduzione» dell’attuale progetto del Passante di mezzo: allargando la sola tangenziale è l’ipotesi in primo piano, o in alternativa agendo sul tratto urbano dell’autostrada. O con una combinazione delle due cose.
L’incontro dei tecnici
All’incontro di ieri, iniziato in ritardo dopo essere già slittato dalla mattina al pomeriggio, oltre a Salvini e all’ad di Aspi Arrigo Giana erano presenti il presidente della Regione Michele de Pascale e il sindaco di Bologna Matteo Lepore (accompagnati dai rispettivi assessori alle Infrastrutture e dai direttori generali competenti in materia). Dopo circa due ore è una nota stringata e condivisa dai rispettivi staff a dare conto dell’esito di questo primo confronto. «In un clima costruttivo, è stata presa in esame la possibilità di una modifica tecnica al progetto già approvato per aumentare la capacità e la sicurezza del nodo di Bologna dopo anni di attesa», annuncia il breve comunicato diffuso dal Mit, spiegando che «nei prossimi giorni ci sarà un tavolo di approfondimento di merito sugli studi viabilistici e gli aspetti legati alla sicurezza fra Aspi e le strutture tecniche di ministero, Regione e Comune, prima di una nuova riunione istituzionale».
L’ottimismo di de Pascale
La palla dunque passa ai tecnici, che si vedranno la prossima settimana per studiare impatti trasportistici e vantaggi delle ipotesi in campo. Tra due settimane, invece, dovrebbero tornare a riunirsi le istituzioni per cercare una quadra. Il governatore de Pascale è ottimista. «È positivo che il ministero abbia sgombrato il campo da qualsiasi ipotesi non seria e coerente con la possibilità di far partire i cantiere in tempi rapidi», dice de Pascale. «Non abbiamo parlato di interventi di minima — sottolinea il presidente della Regione — ma abbiamo condiviso la necessità di trovare una soluzione strutturale. Sul fronte tecnico non abbiamo ricevuto proposte che possano essere valutate, per questo abbiamo chiesto un approfondimento tecnico. Per capire quali modifiche si ha intenzione di apportare al tracciato e se sono coerenti con gli obiettivi delle istituzioni».
L’ampliamento della tangenziale
È la Lega di Bologna, con una nota diffusa dal capogruppo comunale Matteo Di Benedetto, a spiegare su quale prospettiva si lavora: «Una soluzione a breve termine per dare respiro alla mobilità di Bologna senza bloccare ulteriormente il traffico e senza compromettere la salute dei cittadini e l’ambiente, cioè l’ampliamento di una corsia della tangenziale».
Sarebbe soprattutto Aspi, forse meno convinta di un tempo della gravità della situazione del nodo di Bologna, a spingere in questa direzione. Ma se ormai pare acclarato che il progetto attuale del Passante di mezzo non vedrà la luce, non è ancora certo come verrà rivisto.
L’allargamento dell’autostrada
Tra le ipotesi in campo c’è anche l’allargamento del tratto urbano autostradale, che forse avrebbe più senso considerando che all’incontro di ieri si è parlato anche della quarta corsia dell’A14 fino a Ravenna e della terza corsia dell’A14 fino a Ferrara. Ma l’accordo potrebbe passare anche da un mix delle due cose: allargamento della tangenziale e interventi mirati nelle zone calde del tratto autostradale. Sarà l’incontro tra i tecnici della prossima settimana, forse, a chiarire meglio qual è il punto di caduta. Con un obiettivo comune: aumentare in maniera significativa la capacità trasportistica del «nodo di Bologna».
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3 luglio 2025
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