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«Blanca», Maria Chiara Giannetta ancora più solida grazie alle sue fragilità

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Blanca (Maria Chiara Giannetta), consulente ipovedente che lavora presso il commissariato San Teodoro di Genova, indossa ancora le felpe colorate, ha un nuovo cane guida ma rivela una fragilità inattesa perché questa volta ha paura del suo futuro. Ma è proprio questa sensazione di vulnerabilità che rende ancora più interessante la terza stagione di Blanca, una produzione Lux Vide, società del gruppo Freemantle, per la regia di Nicola Abbatangelo (sei serate). Lux Vide è riuscita a dare un’impronta italiana è quello che gli inglesi chiamano «cozy crime», il giallo che esclude le scene violente e si affida invece a situazioni più delicate e non prive di humour. In Inghilterra l’ambientazione di solito ha per cornice lindi e insospettabili paesini di campagna, da noi intervengono le Film Commission per imporre, pagando (come dicono a Genova), paesaggi meritevoli di promozione. Anche questa volta c’è un filo narrativo che accompagna le puntate soffermandosi ora sulla trama (le tracce di un neonato scomparso) ora sui sentimenti contrastanti di Blanca sia nei confronti dell’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno) che di Domenico Falena (Domenico Diele), un contractor che si occupa di sicurezza navale in zone marittime pericolose.

La sensazione che tutto in «Blanca» sia cresciuto. La protagonista è più sicura di sé nel difficile ruolo di detective non vedente (alla superficie delle cose preferisce la profondità, il non visto, appunto). La recitazione, che è uno dei lati deboli della fiction italiana, è ben puntellata da un cambio di regia che dimostra di tenere tutto sotto controllo, venendo in aiuto con l’azione quando la parola è debole. Genova, Camogli e il ponente ligure fanno il resto: sono scenari non ancora resi «luoghi comuni» dal cinema e danno al racconto una coloritura notevole. Ed è proprio in questo contesto che il procedere del racconto sembra rallentato per dare modo ai problemi, ai sentimenti, alle introspezioni di prendersi il loro tempo e volgerlo in scrittura. Le protagoniste italiane del «cozy crime» servono con gioia il genere, non da eroine ma entrandovi con eleganza e vigore. 

15 ottobre 2025

15 ottobre 2025

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