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Bergamo, Le vie della commedia 2025: teatro itinerante tra i borghi della Valle Brembana

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«Un connubio raro tra luoghi magici e spettacoli di cuore». Chiara Bettinelli, direttrice artistica del festival Le vie della commedia, sceglie queste parole per descrivere la nuova edizione in programma da oggi (30 luglio) al 3 agosto. I luoghi magici sono quelli di San Giovanni Bianco, Dossena e Camerata Cornello; gli spettacoli di cuore sono il Decameron di Boccaccio, l’Arlecchino Svelato di Enrico Bonavera, La Mandragola di Machiavelli.

Non si tratta di rappresentazioni come quelle cui si è più abituati, da godere con un tetto sopra la testa, un grande palco davanti agli occhi e file di sedie stipate in vaste sale. La particolarità di Le vie della commedia, attivo da 10 anni tra i tre Comuni della media valle brembana, è quella di portare in scena spettacoli in piccole vie porticate, in antiche case diroccate, nelle piazze di fronte a chiese storiche. Rappresentazioni che si fondono con l’ambiente, che cercano un pubblico più piccolo ma più impegnato e disposto a raggiungere luoghi meno comodi, ma infusi di storia. «Per questo motivo ci siamo legati a deSidera — racconta Bettinelli —. Il festival è promosso dal polo culturale Mercatorum e Priula, una rete di uffici che propone istanze culturali comuni alle tre amministrazioni, che ha sempre avuto come obiettivo la valorizzazione della commedia dell’arte negli spazi non teatrali che la valle offre. In deSidera, in questo, sono specialisti, perciò col tempo ci siamo legati sempre di più».

Tanti gli ospiti di spicco di quest’edizione. A partire da Enrico Bonavera, l’Arlecchino del Piccolo Teatro di Milano, che torna in scena domani (31 luglio) a San Giovanni Bianco con Arlecchino Svelato, spettacolo che mette a nudo con leggerezza e profondità il personaggio simbolo della commedia dell’arte e il lungo percorso artistico dell’attore che ne ha ereditato la maschera da Ferruccio Soleri.

Il programma offre poi un viaggio tra generi e linguaggi. Spicca Molière Uanmensciò (I agosto, Camerata Cornello), un monologo in cui l’attore siciliano Fabrizio Falco, vincitore del Premio Ubu e del Premio Mastroianni, ripercorre la vita del celebre autore francese. Ampio spazio anche ai classici italiani riletti con taglio popolare: è il caso del Decameron, portato in scena da Pierdomenico Simone con Stivalaccio Teatro, e de La Mandragola, capolavoro di Machiavelli proposto in chiave comica e dinamica, tra maschere e beffe boccaccesche, nella piazza di Dossena per la chiusura del festival.

Non mancano nemmeno proposte pensate per il pubblico dei più piccoli, come Mascherzarci un po’ su, laboratorio creativo e performativo per bimbi dai 4 ai 10 anni, sabato pomeriggio nei giardini di San Giovanni Bianco. «Tutti, anche solo per retaggio giovanile, conosciamo la commedia dell’arte — conclude Bettinelli —, la diamo un po’ per scontata pensando solo alle maschere, che sono una sua caratteristica fondamentale ma non l’unica. L’improvvisazione, la modalità comica e gestuale, il gusto popolare, tutte caratteristiche poi ereditate da generi teatrali successivi. Ciò che credo è che i testi possano acquisire nuovi significati attraverso il linguaggio della commedia dell’arte».


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30 luglio 2025 ( modifica il 30 luglio 2025 | 09:59)

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