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«Belle Macchine»: al museo Bmw di Monaco si viaggia nel tempo coi designer italiani

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Ingegneria tedesca e design italiano: impossibile non pensare subito alla Bmw M1 di Giorgetto Giugiaro. Un’affinità elettiva fra sensibilità e competenze differenti che danno origine alle «Belle Macchine» raccontate nel nuovo percorso espositivo del Bmw Museum di Monaco di Baviera. Dalla Bmw 328 Touring, alle piccole Isetta e Bmw 700, alla Neue Klasse, per arrivare a esemplari unici come la Bmw Pininfarina Gran Lusso Coupé e la Bmw Nazca M12, progettata da Fabrizio Giugiaro: la mostra «Belle Macchine. Il design automobilistico italiano incontra l’eccellenza Bmw» diventa un prezioso viaggio nel tempo per scoprire il contributo fondamentale e l’influenza dei grandi maestri del Made in Italy nella progettazione e produzione della casa bavarese.

I grandi designer italiani in Bmw
Touring, Frua, Vignale, Pininfarina, Bertone, Zagato, Giugiaro: sono i talenti del Made in Italy a cui Bmw attinge a piene mani per la sua progettazione e produzione automobilistica, con una collaborazione che diventa il fil rouge narrativo di questo viaggio nel tempo fatto di bozzetti, colori e suggestioni a quattro ruote. Tavoli da disegno e tecnigrafi proiettano fra le idee dei più grandi geni della nostra cultura automotive. Lo stile italiano ispira Bmw dalla metà degli Anni Trenta con un capolavoro di aerodinamica, la 328 roadster preparata dalla Carrozzeria Touring in previsione della Berlino-Roma; un legame che si rafforzerà negli anni a tal punto che ancora oggi le versioni station wagon portano il nome dell’atelier milanese. Dagli Anni 50è Giovanni Michelotti a portare la sua creatività a Monaco, contribuendo alla rinascita dell’azienda tedesca prima con la Bmw 700 e poi negli Anni 60 con l’antesignana della moderna Serie 5, la Neue Klasse discreta, pratica, moderna ed affidabile, ben lontana dalle forme ridondanti della gamma delle BMW 501, 502 e 503, e «destinata a segnare la svolta definitiva nel segmento delle berline sportive di media cilindrata», spiega Helmut Käs, Capo di Bmw Group Classic, che si occupa della tutela, valorizzazione e restauro del patrimonio storico Bmw.

Da Gandini a Giugiaro
Tanti i maestri italiani del design che lasciano le loro firme immortali sui progetti della casa dell’elica: da Marcello Gandini, con il prototipo Garmish, a Renzo Rivolta, papà della microcar Isetta, progetto ceduto a Bmw nel 1956, a Pietro Frua con gioielli per intenditori come la 2800 GTS e la Bmw 3000 V8 cosi simile alla coeva Maserati Quattroporte (anch’essa disegnata proprio da Frua) da meritarsi l’allusivo soprannome di «Glaserati». Giorgetto Giugiaro si affaccerà in Baviera per la prima volta, giovanissimo progettista per Bertone, con la 3200 CS, lussuosa coupé dalle linee moderne e filanti che influenzerà lo stile dei modelli successivi, per dare il via successivamente alla storia delle versioni sportive M con la Bmw M1, mentre Fabrizio Giugiaro nel 1991 realizzerà la Nazca M12, ispirata alle auto da strada di Formula 1 e del Gruppo C con un potentissimo 12 cilindri a V da 5 litri, e telaio e carrozzeria realizzati interamente in fibra di carbonio con componenti in lega leggera. «Una vettura che mi sta particolarmente a cuore — racconta Fabrizio Giugiaro — all’epoca avevo 26 anni ed è la prima concept car di cui sono stato pienamente responsabile in ogni fase della progettazione e della produzione». Una visione di futuro che ispira Bmw sino fino ad arrivare a oggi con speciali veicoli studio come la BMW M1 Hommage e la Bmw Vision Neue Klasse, l’erede moderna dell’originale Neue Klasse dal sapore italiano, che porta nella nuova era di una mobilità elettrica, digitale, interattiva e intuitiva.

23 luglio 2025 (modifica il 23 luglio 2025 | 12:03)

23 luglio 2025 (modifica il 23 luglio 2025 | 12:03)

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