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«Basta trafficanti di grano». Gli agricoltori scendono in piazza contro le importazioni dall’estero: in ottomila sul lungomare di Bari

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Sono circa ottomila agricoltori della Coldiretti (cifre fornite dagli organizzatori) che hanno invaso questa mattina il lungomare Nazario Sauro di Bari, paralizzando la viabilità davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia. La mobilitazione è il simbolo di una protesta che da Bari si è estesa in contemporanea anche a Palermo, Cagliari, Rovigo e Firenze, con più di ventimila agricoltori scesi in piazza in tutta Italia per denunciare il crollo del prezzo del grano duro.

Le aziende a rischio

Dal cuore del “Granaio d’Italia” arriva l’allarme più drammatico: solo in Puglia sono a rischio – secondo la stima di Coldiretti – 38mila aziende cerealicole, mentre a livello nazionale a essere minacciato è un patrimonio di oltre 1,2 milioni di ettari che rischiano abbandono e desertificazione. «Serve dare dignità agli agricoltori, rispettando la legge sulle pratiche sleali che vieta la vendita sotto i costi di produzione – ha dichiarato il presidente Ettore Prandini – e rivedere completamente il sistema delle borse merci locali che vanno superate con una Cun (commissione unica nazionale) per la formazione del prezzo. Non possiamo svendere il grano sotto i costi, vogliamo più controlli contro gli speculatori. E agli agricoltori diamo un’indicazione chiara: i contratti di filiera sono lo strumento di difesa del reddito».

Il popolo del grano scende in piazza: in ... sul lungomare di Bari. «Basta prodotto estero»

Il prezzo del grano duro ha toccato i livelli più bassi degli ultimi anni, scendendo sotto i 28 euro al quintale, con un calo del 30% in dodici mesi e del 44% dal 2022. Una discesa che stride con l’aumento dei costi di produzione, saliti del 20% dal 2021, e con i prezzi finali sugli scaffali: oggi un chilo di pasta sfiora i 2 euro, mentre agli agricoltori vengono riconosciuti appena 28 centesimi per un chilo di grano.

Il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo ha parlato apertamente di «trafficanti di grano» che minacciano la distintività e l’origine del prodotto italiano, denunciando importazioni dall’estero di partite coltivate con pesticidi vietati in Europa. «Non è solo una battaglia per il prezzo — ha aggiunto — ma una battaglia per la salute e per la sovranità alimentare. Non possiamo accettare che il grano italiano venga sottopagato mentre sulle nostre tavole arriva pasta ottenuta con grano canadese al glifosato».

La Coldiretti ha rilanciato un piano di interventi urgenti che parte dall’istituzione di una commissione unica nazionale per superare il sistema delle borse merci locali, considerate opache e incapaci di riflettere i reali costi di produzione. Accanto a questo, la richiesta di rafforzare i contratti di filiera, bloccare le importazioni sleali, garantire la reciprocità delle regole tra i prodotti italiani e quelli provenienti da Paesi terzi, investire nella ricerca e predisporre piani nazionali per stoccaggi e invasi.

Sul lungomare di Bari il popolo del grano continua a manifestare con striscioni, cori e sacchi vuoti dipinti con il tricolore, chiedendo misure immediate per difendere un settore che rischia di non avere più futuro.


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26 settembre 2025

26 settembre 2025

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