
La Colombia vieta del tutto la corrida e altre manifestazioni tradizionali che presuppongono il maltrattamento degli animali. La Corte Costituzionale ha confermato la piena legittimità della legge 2385 del 2024, conosciuta come «No mas olé», ovvero «Basta olé», che richiama il gesto del toreador quando uccide il toro, che ha imposto lo stop a tutte le esibizioni taurine.
La norma, sostenuta dal magistrato Miguel Polo Rosero, impone la fine entro tre anni di spettacoli come corride, «corralejas» (feste popolari durante le quali si toreano vari torelli alla volta), combattimenti di galli, e «toros coleados», una pratica che si svolge in Colombia e Venezuela che consiste nell’abbattere un toro afferrandolo per la coda il maggior numero di volte possibile in 4 minuti.
L’intervallo di tre anni previsto per l’entrata in vigore del divieto servirà per consentire la riconversione economica e culturale delle comunità che vivono grazie a queste manifestazioni. Le associazioni taurine avevano contestato la legge per presunta violazione delle libertà culturali e di espressione, oltre che per l’impatto economico, ma la Corte ha dato priorità alla tutela degli animali e ha respinto i ricorsi.
Con questa decisione, la Colombia compie un passo storico verso l’abolizione delle pratiche che implicano maltrattamenti sugli animali in nome della tradizione e che ancora sono portate avanti in diversi Paesi anche europei, tra cui la Spagna e la Francia, anche se l’opinione pubblica è sempre meno favorevole alla loro prosecuzione. Restano però degli zoccoli duri di «aficionados» che fanno leva proprio sull’aspetto culturale tradizionale. E, soprattutto, ci sono i turisti, che pur non avendo legami storico-culturali con queste pratiche, ne sono spesso attratti considerandole un fenomeno folkloristico irrinunciabile.
5 settembre 2025 ( modifica il 5 settembre 2025 | 08:29)
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