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Banche, Tajani non chiude il duello con la Lega: «Tassarle? No agli assalti alla diligenza»

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Continua il duello tra Forza Italia e Lega in seno alla maggioranza. Stavolta ad accendere la miccia sono le parole di Antonio Tajani agli Stati generali del Mezzogiorno di Fi. «Non deve aumentare nessuna tassa, perché le tasse spaventano. Quando sento parlare di far pagare alle banche, un odio contro le banche, io mi preoccupo. E mi preoccupo soprattutto delle banche popolari, delle banche di credito e proprietà: se non ci fossero queste banche chi erogherebbe il prestito al piccolo artigiano, al commerciante, all’agricoltore?», dice il vicepremier attaccando le posizioni del Carroccio., che con Matteo Salvini aveva avanzato l’idea di tassare gli utili degli istituti di credito.

«Noi dobbiamo difendere un sistema bancario, certo che devono rispettare le regole dei banchi, ma non dobbiamo partire all’assalto delle banche come fosse un assalto alla diligenza. Devono pagare le tasse come tutti, ma attenzione a non distruggere un sistema in un paese che è la seconda potenza industriale europea e che è la quarta o la quinta potenza commerciale al mondo». Il segretario forzista nega l’idea di un vertice nelle prossime ore ad Ancona, spiegando che «domani sarà un incontro istituzionale», ma assicurando al tempo stesso che «parleremo certo di quando vederci per cominciare ad arrivare a una soluzione per le candidature a presidente delle Regioni dove si andrà a votare durante l’autunno».

Il leader azzurro parla anche dei pm. «I poteri della magistratura non devono travalicare i poteri dell’esecutivo e i poteri del legislativo, come si deve fare dall’altra parte. Per questo noi siamo contrari acché i pubblici ministeri siano legati al governo. Questo non accadrà mai. Ma nello stesso tempo i magistrati non devono fare i legislatori e svolgere un ruolo di governo. Questa è una questione di principio. L’abbiamo detto e l’abbiamo ribadito»: afferma nell’evento in corso a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) a proposito della sentenza della Corte Ue su Paesi sicuri.

«La democrazia – afferma ancora Tajani- deve essere bilanciata, non può esserci uno strapotere di chi non è eletto. La democrazia prevede che il potere sia nelle mani del popolo e il popolo sceglie i suoi rappresentanti e attraverso i suoi rappresentanti, esercita il potere. Non lo esercita chi ha vinto un concorso. E chi ha vinto un concorso non è migliore di chi ha vinto un altro concorso, non è migliore, nella valutazione se un Paese è sicuro o meno, un magistrato rispetto a un diplomatico o a un funzionario del ministero dell’Interno che ha conoscenza della situazione mentre il magistrato non ha una conoscenza professionale in merito alla situazione perché non se ne è mai occupato. Non è soltanto leggendo un giornale che si può decidere se un Paese è sicuro».

Il tema è al centro del dibattito tra i forzisti.  «La sentenza della Corte di Giustizia» sui migranti «non coglie il senso della situazione», osserva sua volta il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. «Le sentenze si rispettano, ma si possono criticare. La sentenza, però, avrà effetti limitati nel tempo e c’è il rischio di disapplicazione della legge, e questo noi lo vogliamo evitare di fare, sarebbe grave. Noi però continueremo con una politica dell’immigrazione attenta, intelligente e ragionata», conclude. Per Giorgio Mulè « è una invasione di campo, nel senso che la determinazione dei Paesi sicuri attiene agli Stati, ai Paesi, ai governi, ai Parlamenti che hanno strumenti per valutare sulla base dei report, sulla base di quello che viene acquisito, se un paese è effettivamente sicuro».

Tajani commenta anche la situazione nel Medio Oriente. «In questo momento non ci sono, in base al diritto costituzionale e al diritto pubblico internazionale, le condizioni oggettive perché ci sia uno Stato palestinese. Dobbiamo lavorare per costruirlo, questo sì. Noi stiamo facendo questo, riconoscere uno Stato che non c’è è soltanto un esercizio teorico».  E aggiunge: «Questo  non significa che non si deve dire a Israele basta bombardamenti, basta attacchi contro la popolazione civile, basta vittime. Come dobbiamo dire a Hamas basta usare il popolo palestinese come scudo umano, basta tenere in condizioni disumane ostaggi che non hanno nessuna responsabilità nella politica di Israele. Quindi dobbiamo lanciare dei messaggi forti proprio per costruire la pace. Noi siamo schierati dalla parte della pace, non siamo contro il popolo palestinese, non siamo contro il popolo israeliano».

 «Israele deve comprendere che c’è una priorità che è la salvezza di centinaia di vite umane», dice Tajani. «Basta bombardamenti a Gaza, sì alla liberazione degli ostaggi – ha aggiunto – Bisogna costruire la pace e bisogna aiutare la popolazione. Abbiamo deciso di accogliere altri 50 palestinesi che arriveranno nei prossimi giorni. Però basta bombardamenti, il popolo palestinese non ha colpa, i criminali sono quelli di Hamas, sono loro che tengono in condizioni disumane gli ostaggi».

Le dimissioni del governatore calabrese Roberto Occhiuto sono un altro  punto di discussione  agli Stati generali del Mezzogiorno. La scelta del presidente della Regione «è un atto di altissima e rara sensibilità politica, perché pone davanti non l’interesse personale ma l’interesse di un’amministrazione politica che deve essere messa in condizione di lavorare», commenta Giorgio Mulè.

Mulè ha poi spiegato che Occhiuto «ê un esempio per tanti  nel solco di quello che già per amore di questa terra fece Jole Santelli, in condizioni completamente diverse, che scelse la Calabria fino alla fine per portare avanti i suoi progetti».

«Una risposta all’inchiesta giudiziaria? No, Roberto Occhiuto – argomenta Mulè – ha risposto all’inchiesta presentandosi al suo giudice e dicendo le sue ragioni. Non è scappato dal processo ma ha accettato, pur in condizioni, come dire non meravigliose, il confronto con la magistratura inquirente. Quindi ha dato un’altra prova di serietà, di essere quell’uomo libero e indipendente che l’ha portato anche a dimettersi per il bene della Calabria». 

Lo stesso Occhiuto sostiene che «è stato un gesto coraggioso e di chi dimostra che ha imparato la lezione di Silvio Berlusconi che ha sempre cercato la sua legittimazione nel popolo, negli elettori». Lo dice Roberto Occhiuto agli Stati generali del Mezzogiorno di Fi. «Mi sono detto: mi rosoleranno e terrò ferma la Calabria per mesi. La stessa cosa sta avvenendo a Milano dove mi dicono che ormai nessuno firma più niente. Io non potevo consentirlo e ho detto: siano i calabresi a decidere».

«E l’opposizione che vuole le dimissioni di Sala, si arrabbia per le mie dimissioni in Calabria. Io ho grande rispetto della magistratura ma ritengo che la sua politica a guidare e non le inchieste. Ecco perchè ho fatto questa scelta. Io non ho un bel carattere ma ho dato tutto per questa regione e sono riconoscente a chi mi ha dato la possibilità di governarla».

Sguardo rivolto alle riforme quello della ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati: «Il premierato significa dare stabilità. La credibilità che abbiamo assunto in Europa e nel mondo è dovuta alla stabilità di questo governo». 

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3 agosto 2025 ( modifica il 3 agosto 2025 | 15:06)

3 agosto 2025 ( modifica il 3 agosto 2025 | 15:06)

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