Italia relativamente stabile grazie soprattutto al calo dello spread, ma ancora fragile per dimensione del mercato dei capitali. Lo dice il Super Index Aibe 2025, elaborato dall’Associazione banche estere con il Censis su 13 parametri settoriali, presentato ieri. L’indice mondiale pone il Paese anche quest’anno al nono posto nella classifica dell’attrattività per gli investitori esteri. Emerge un quadro di luci e ombre: «I segnali di fiducia testimoniano una maggiore stabilità percepita, ma si inseriscono in un quadro europeo complessivamente in peggioramento. Nel confronto l’Italia appare più solida, ma il confronto è in larga parte relativo», dice il rapporto.
Sul podio Germania, Canada e Australia
Al primo posto nel Super Index c’è comunque la Germania (100 punti), benché abbia «perso il suo slancio», nota l’osservatorio Aibe, seguita da Canada (96,7), Australia (91,3) e Corea del Sud (90,1), poi Uk (81,6), la Francia (80,3) che «attraversa difficoltà» e gli Usa (74,2). L’Italia con 61,1 punti (su una media del 48,3) è a metà classifica fra 18 Paesi , dopo il Giappone (63,8) e sopra la Cina (33,5), il Brasile (23,6) e la Turchia (15,2). Ultima la Russia con zero punti.
Effetto spread
Dietro la conferma del nono posto per l’Italia (arrivata, fra l’altro, dopo che la Commissione Ue ha ridotto dallo 0,7% allo 04% la stima di crescita del Pil per quest’anno) c’è la nota positiva dello spread Btp-Bund, in calo sotto i 100 punti, con il conseguente risparmio in interessi da parte dello Stato. È la molla di un risultato che riflette, dice l’Aibe, «una certa solidità in un contesto internazionale complesso», mentre però il Paese «continua a scontare i limiti di nodi strutturali ancora non risolti». Una criticità resta, appunto, la debolezza del mercato dei capitali, con un rapporto fra capitalizzazione di Borsa e Pil del 34% contro il 46% della Germania, il 48% della Spagna, il 75% della Francia.
Piazza Affari
«L’Italia è un Paese solido, ma il mercato dei capitali è ancora troppo piccolo per sostenere una crescita di lungo periodo — ha detto Guido Rosa, presidente Aibe —. Servono incentivi all’ingresso in Borsa e un impegno pubblico-privato per convertire l’affidabilità del Paese in crescita reale». Altro incaglio è la quota di popolazione in età attiva, fra i 14 e i 64 anni: qui l’Italia è in coda al 16mo posto, sottolinea l’osservatorio. Il vero punto di forza resta però l’export: l’Italia è quinta per quota di esportazioni sul Pil (dati 2024 Banca Mondiale).
«L’Italia ha valori di fondo buoni, come l’export e la flessibilità delle aziende — nota Stefano Caselli, dean Sda Bocconi —. Manca la capacità di convogliare il risparmio sulle aziende del Paese, serve poi una fiscalità diversa per le imprese quotate. Se lo spread continua a scendere, potranno liberarsi risorse da usare a sostegno della crescita».
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20 novembre 2025
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