Era il momento di andare sul mercato e il mercato ha risposto con favore. Venerdì le adesioni all’ops di Bper su Pop Sondrio hanno raggiunto il 58,3%, decretando il successo dell’intuizione di Unipol, socia con oltre il 19% di entrambe le ex popolari, di portarle a nozze. Carlo Cimbri, presidente del big assicurativo, è convinto che la nuova banca avrà la giusta sensibilità per i territori d’elezione e che il risiko bancario non cambierà l’orizzonte di Unipol.
Presidente, prima Ifis-Illimity e ora Bper-Sondrio: cosa significa per il riassetto del sistema creditizio?
«Intanto complimenti a Gianni Papa (ad di Bper, ndr) e ai suoi uomini per la buona conclusione dell’ops: quando si va sul mercato, il suo giudizio non è per nulla scontato, ma è stato positivo. E con la riapertura del termini di adesione dal 21 al 25 luglio penso che la quota del 58,3% sia destinata a incrementare. È la seconda offerta che si chiude, quindi dal punto di vista delle condizioni, dei rapporti con regolatori e istituzioni Bper ha saputo muoversi con le giuste regolarità e determinazione. Ora comincia la fase dell’integrazione, ma sono fiducioso che Bper saprà porsi in una logica accogliente, valorizzare il personale di Sondrio e mantenerne la base clienti portata in dote. Ci sono mondi che restano separati in casa e altri che – se fanno quello che ho detto – creano un mondo più forte dei precedenti: è questa la chiave delle integrazioni».
Lei all’inizio non era di questa idea, cosa ha fatto cambiare le condizioni?
«Che in una prospettiva senza scadenza Bper e Sondrio fossero destinate a unirsi era chiaro. Io sono del parere che bisogna guardare all’esterno quando hai ben sistemato all’interno poi però tutto si è messo in movimento e così abbiamo dovuto rivalutare la nostra strategia. Il mercato era cambiato e il timing andava colto».
Nascerà il famoso terzo polo?
«Io i ranking non li ho mai guardati, neanche nelle assicurazioni. L’importante è costruire aziende sane, con una strategia chiara, coerente, forti dimensioni, presenza nelle aree floride del Paese. Mi interessa che il nuovo istituto sia profittevole. E con tutte queste potenzialità potrà competere con le grandi come Unicredit e Intesa Sanpaolo e con quelle di pari livello come Mps e Banco Bpm».
Lunedì 14 luglio partirà l’ops di Siena su Mediobanca, di cui voi siete soci con il 2,08%. Cosa farete?
«Non abbiamo posizioni contro o a favore. Certo, per effetto di questa ops il titolo Mediobanca si è apprezzato e noi opereremo in una logica puramente di mercato, la nostra infatti è una partecipazione finanziaria. Nelle prossime settimane avremo un cda e valuteremo».
Crede che sia in atto un assalto alla finanza milanese?
«Può sembrare, ma non lo penso. Molto spesso avvengono operazioni per una serie di coincidenze casuali o per allineamento di interessi in origine partiti diversamente. Fino a qualche mese fa Mps non aveva l’azionariato che ha oggi, con importanti soci con interessi in Mediobanca e Generali. Lo Stato ha accompagnato Siena nell’uscita dalla crisi poi è maturato un disegno industriale che ha visto convergere opportunità. Se per Roma consideriamo il potere esecutivo, be’ ha tutto l’interesse che il nostro sistema finanziario sia più forte. Se Milano è il centro finanziario per l’Italia, come Londra per il Regno Unito e New York per gli Stati Uniti, questo non è un male».
Il risparmio e le assicurazioni sono un tema di sicurezza nazionale, come sostiene il governo e qualche banchiere?
«Avere soggetti italiani forti in tutti i settori quindi anche nella finanza e nel risparmio è un plus per un Paese, perché quando ci sono crisi nell’economia, soggetti che hanno la testa altrove è umanamente comprensibile che salvaguardino gli interessi dove risiedono, prima che il resto dell’ecosistema. Viene naturale allora guardare a un’ “Italia first”, ma senza essere contrari all’Europa, in cui tuttavia mancano mercato unico dei capitali e fiscalità unica e c’è troppa burocrazia. Mi sembra, invece, che Germania e Francia tutelino con una certa forza i loro interessi nello stare insieme in Europa. Se maturiamo anche noi questa consapevolezza e stiamo in Europa con aziende forti, e un risparmio altrettanto forte, allora sì sono favorevole».
Come si innesterà il nuovo piano di Unipol con Bper-Sondrio, la prospettiva di 3,8 miliardi di utile al 2027 e il cambiamento climatico?
«Il piano di Unipol non cambia. Dall’unione Bper-Sondrio ci aspettiamo sinergie e incremento nella distribuzione di prodotti assicurativi. Vogliamo essere quello che già siamo e consolidare una leadership, in particolare nel Danni, ed essere presenti in un grande settore di sviluppo del Paese che è quello della salute con UniSalute. Stiamo completando il rollout del sistema informatico Unica. E consolideremo nuove iniziative come reti di poliambulatori, il noleggio a lungo termine. I numeri del piano sono alla nostra portata».
Fondiaria, Unipol Banca-Bper, poi Pop Sondrio. C’è altro in arrivo per Cimbri?
«(ride) La vita è piena di soprese non escludo mai nulla, se capitano opportunità le coglieremo. Per ora sono contento così, Bper è arrivata in fondo, Unipol ha il suo piano e venerdì ha festeggiato a San Siro con 25 mila persone arrivate da tutta Italia per il nostro evento. Questo dà l’idea della forza di questo gruppo».
13 luglio 2025 ( modifica il 13 luglio 2025 | 14:59)
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