Home / Politica / Autonomia, via libera della Commissione alla riforma: il testo alla Camera entro ottobre

Autonomia, via libera della Commissione alla riforma: il testo alla Camera entro ottobre

//?#

L’unica modifica è stata motivata da un dubbio interpretativo del testo. Per tutto il resto, il disegno di legge costituzionale ha ricevuto l’ok della Commissione Affari costituzionali della Camera, così come era stato proposto. Respinti i 31 emendamenti delle opposizioni, con Partito democratico e Movimento 5 Stelle che hanno provato, senza successo, a riportare gli standard di autonomia alla riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, quando addirittura ad abolire le autonomie speciali.

Il testo alla Camera

«Forse i colleghi non ricordano che proprio a causa di quella riforma è cominciato questo iter — ha commentato il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì, che nella giornata di ieri ha proposto l’unico emendamento approvato —. Nel mio intervento come relatore ho precisato come questo progetto di riforma dello Statuto rappresenti un passaggio storico per l’assetto costituzionale della Repubblica, in cui è inserito anche il sistema della autonomie speciali». Il parlamentare ha affermato che il testo approderà alla Camera entro ottobre, dopo i pareri delle commissioni competenti, come quella bicamerale per le questioni regionali. Il disegno di legge passerà poi al Senato. Urzì ha ricordato che questo progetto legislativo è «il primo a essere condiviso da tutte le comunità linguistiche, perché frutto di un intenso lavoro di confronto tra Stato, governi regionali e provinciali, oltre alle commissioni paritetiche». Per contro, la deputata dem Sara Ferrari, ha definito l’iniziativa «un testo debole, che la destra non ha voluto rafforzare e che quindi non dà risposte adeguate alle esigenze del territorio. Una manutenzione ordinaria che non raggiunge gli obiettivi dichiarati».

L’andamento spedito è stato favorito dalle alleanze di centrodestra che governano le province di Trento e Bolzano, dove nella seconda il ruolo principale viene comunque ricoperto dal partito autonomista della Südtirol Volkspartei. Il governo, attraverso l’impegno della premier Giorgia Meloni e del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha subito mostrato la volontà di portare a compimento la riforma. L’intento, quello di ripristinare l’autonomia erosa negli ultimi due decenni dai pareri «centralisti» della Corte costituzionale, che avevano di fatto ridotto i poteri di Trento e Bolzano.

Le modifiche

La necessità di apportare delle modifiche, si è tradotta così in un testo che è stato approvato dal Consiglio dei ministri (9 aprile e 12 giugno) e votato in primavera dai consigli delle province autonome (7 maggio) e dal consiglio regionale del Trentino-Alto Adige (14 maggio). Con questo disegno di legge si introducono nuovi ambiti di competenza e si ridefiniscono i limiti delle competenze di Stato e autonomie speciali, in modo da ridurre i contenziosi costituzionali. La conquista di sponda FdI riguarda principalmente l’intervento su regole che, secondo lo stesso Urzì, «ha creato in passato forme di discriminazione, per esempio vietando a un solo eletto del gruppo linguistico italiano di poter essere chiamato alle funzioni di assessore nel proprio comune». Allo stesso tempo, il dimezzamento per gli elettori degli anni di residenza necessari per esercitare il proprio diritto di voto in Alto Adige (due anni invece dei quattro precedentemente previsti). Infine, tra le altre novità, l’introduzione di un meccanismo che favorirà un’intesa nell’elaborazione dei testi legislativi. All’articolo 103 dello Statuto, quello che disciplina le modifiche del documento stesso, viene menzionata un’intesa alla quale sottoporre qualsiasi progetto di modifica. In sintesi, l’ok della maggioranza assoluta dei consigli regionale e provinciali al testo approvato in prima deliberazione dalle Camere. A fronte di un’intesa non raggiunta, il parlamento potrà procedere con la maggioranza assoluta dei propri componenti nella seconda votazione, «fermi restando i livelli di autonomia già riconosciuti».

«Passo significativo»

Anche i parlamentari della Volkspartei parlano di grande passo in avanti, «se questa riforma andrà effettivamente in porto», come ha ricordato anche la senatrice Julia Unterberger: «Senza dubbio quello di oggi rappresenta un buon risultato». Il suo collega, Meinhard Durnwalder, plaude al «voto in tempi record, chiara dimostrazione di volontà del governo di approvare la riforma entro la fine della legislatura». La deputata Renate Gebhard, facendo riferimento alle prossime tappe legislative, si definisce fiduciosa. «Un passo molto significativo, non solo perché la commissione ha respinto tutti gli emendamenti delle opposizioni, ma lo ha fatto in tempi brevi e senza contrapposizioni pregiudiziali. Ora restano solo i pareri consultivi delle altre commissioni e il voto di mandato al relatore per la plenaria di ottobre».

11 settembre 2025

11 settembre 2025

Fonte Originale