Sono oltre 750 i koala uccisi nello stato di Victoria, in Australia, dagli elicotteri per mano di cecchini dell’esercito. Come si legge su Le Parisien le uccisioni dei marsupiali sono state rese «necessarie» secondo il governo perché, dopo un devastante incendio che ha raso al suolo 2mila ettari di foresta, gli animali erano rimasti senza cibo. Anche la premier Jacinta Allan ha difeso ai microfoni di Skynews Australia l’iniziativa chiarendo che gli animali erano stati feriti dall’incendio ed erano in grave difficoltà.
Gli attivisti hanno, però, criticato la decisione e il metodo scelto: in volo su un elicottero non si può comprendere quali esemplari siano feriti o in difficoltà per la mancanza di cibo. Dure le critiche di Jess Robertson, presidente della Koala Alliance che su Facebook ha ricordato di non essere fermamente contraria all’eutanasia dei koala in caso di crisi, ma ha denunciato «le uccisioni sistematiche come soluzione». E ancora, Georgie Purcell, rappresentante del partito Animal Justice di Victoria, ha accusato i cecchini di aver sparato senza riguardo anche contro i koala con i piccoli nel marsupio. «Non si fa nessuno sforzo per controllare se i koala siano ancora in fasce quando vengono colpiti dagli elicotteri», ha dichiarato Purcell all’Herald Sun.
«Non possiamo eliminare completamente gli incendi boschivi», ha detto a Vox Rolf Schlagloth della CQUniversity Australia, «ma foreste più dense e sane possono contribuire a ridurre il rischio e la gravità degli incendi».
Nel 2022 l’Australia dichiarò il koala specie in pericolo, prossima all’estinzione.
25 aprile 2025
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