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Arnaldo Pomodoro è morto: addio al grande scultore italiano. Oggi avrebbe compiuto 99 anni

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Arnaldo Pomodoro è morto ieri sera, domenica 22 giugno, a Milano alla vigilia del compimento dei suoi 99 anni, nella sua casa. Lo comunica la Fondazione che porta il suo nome, diretta da Carlotta Montebello. «Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa», lo ricorda la direttrice generale della Fondazione. Questo il suo ritratto, firmato da Stefano Bucci.

Arnaldo Pomodoro, scomparso a Milano a 98 anni (era nato a Morciano di Romagna, oggi provincia di Rimini, il 23 giugno 1926) è stato uno dei più importanti scultori italiani contemporanei, noto per le sue opere monumentali caratterizzate da un linguaggio artistico che amalgama forme geometriche, simbolismo e un’attenzione particolare per i materiali.

Pomodoro ha dunque attraversato epoche e stili, diventando un punto di riferimento nel panorama artistico internazionale. Scandendo proprio con quelle sue monumentali figure geometriche (in bronzo, in acciaio, in marmo) il panorama urbano di Roma, di Milano, di Los Angeles, di Tel Aviv.

Le sue opere spiccano ancora oggi per l’uso di forme solide e spaziose, ispirate a elementi naturali e architettonici come ai simboli della cultura antica, rielaborandoli in chiave contemporanea e invitando a una riflessione profonda sull’umanità, la storia e la scienza.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Pomodoro si trasferisce a Roma, dove inizia a collaborare con artisti e architetti di diverse correnti. La sua formazione è influenzata da diversi fattori: il contesto culturale italiano, il modernismo e l’arte informale. Nel 1959, Pomodoro si stabilisce a Milano, dove entra in contatto con il movimento dell’arte cinetica, ma il suo approccio rimane sempre attento alla scultura tradizionale.

Pomodoro è diventato famoso soprattutto per la creazione di opere che si distinguono per i loro contrasti tra superfici lisce e rugose, forme chiuse e aperte, volumi pieni e vuoti. La sua scultura è caratterizzata da una ricerca che trova nell’architettura e nella geometria un linguaggio universale. Le forme delle sue sculture evocano spesso un senso di mistero e riflessione, invitando lo spettatore a interagire con l’opera non solo visivamente, ma anche emotivamente. Il suo stile è fortemente influenzato dall’arte primitiva, dall’architettura e dalla cultura mesopotamica, che si riflettono nelle forme complesse e simboliche delle sue creazioni.

A Pomodoro interessa esplorare il rapporto tra l’opera e lo spazio circostante, creando un dialogo tra l’arte e l’ambiente.

Tra le sue opere più celebri: la «Sfera con Sfera» (1990): collocata presso il Museo Nazionale di Arte Contemporanea a Roma, questa scultura in bronzo rappresenta una sfera divisa in due, ove una forma interna sembra muoversi. È simbolo di dualità e interazione tra il noto e l’ignoto; la «Grande Porta del Paradiso» (1968), realizzata per il Palazzo dei Congressi di Roma, questa scultura in bronzo presenta una serie di motivi geometrici e simboli, evocando un senso di sacralità e trascendenza; il «Cubo di Scarabeo» (1973): inserita nel giardino del Museo di Arte Moderna di New York, questa opera riflette il dialogo tra pittura e scultura (in particolare proprio attraverso le forme del cubo e della sfera Arnaldo Pomodoro esplora il concetto di movimento e trasformazione). Con la «Colonna di Arnaldo Pomodoro» (1989) nel centro di Milano approfondisce la sua ricerca sulle colonne come simbolo di stabilità e rafforzamento dell’identità culturale, mentre con «Il Grande Libro» (1991), una serie di pagine di bronzo presentata al Museo di Saint-Etienne in Francia, Pomodoro riflette l’importanza della conoscenza e della memoria. Con il «Cono di Luce» (1998), realizzato per il Campus della Università di Bologna, propone un’esplorazione del concetto di luce e oscurità, con un forte simbolismo di apertura e scoperta.

Durante la sua carriera, Pomodoro ha esposto le sue opere in musei e gallerie di tutto il mondo, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Ha lavorato come professore di scultura in importanti istituzioni, contribuendo a formare le nuove generazioni di artisti.

L’artista ha ricevuto inoltre il premio «Giorgio Morandi» nel 2012 e il «Cromatismi» nel 2016.

Arnaldo Pomodoro ha saputo coniugare tradizione e innovazione, dando vita a sculture che non solo abbelliscono gli spazi pubblici e privati, ma invitano anche alla riflessione profonda. La sua arte continua a vivere attraverso le sue opere, che rimangono attuali e universalmente riconosciute per la loro bellezza e complessità.

La sua eredità artistica rappresenta un capitolo fondamentale nella storia della scultura contemporanea, testimoniando il potere del linguaggio visivo nel dialogo con il mondo che ci circonda.

23 giugno 2025 (modifica il 23 giugno 2025 | 08:57)

23 giugno 2025 (modifica il 23 giugno 2025 | 08:57)

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