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Andrea e Marco, i fratelli esploratori dei mari: hanno scoperto un nuovo mollusco tra le montagne sottomarine del Mediterraneo

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Andrea Spinelli, 34 anni, si immerge al largo del Canale di Sicilia. Con lui, nelle acque a 70 miglia dalla costa, c’è anche il fratello Marco, che di anni ne ha 29. Pinne ai piedi e bombole d’ossigeno sulle spalle scendono a oltre 35 metri di profondità: il primo, biologo ricercatore della Fondazione Oceanogràfic di Valencia, alla scoperta di un luogo inesplorato; il secondo, documentarista, pronto a filmare con la sua telecamera subacquea. Avanti a loro l’unico fondale ancora incontaminato del mar Mediterraneo: la catena montuosa sottomarina di Skerki. «Sconosciuta e inviolata, per la difficile navigabilità delle sue acque», spiega Andrea. Quattrocento metri di profondità tra rocce e anfratti che si estendono per oltre cinquecento chilometri, dove i due fratelli siciliani hanno scoperto una nuova specie di molluschi. Una piccola lumaca che porta il nome di Steromphala federicii. E che ora è stata presentata per la prima volta al mondo scientifico.

Le mappe nautiche non forniscono molte indicazioni. La «via» viene suggerita dai pescatori dell’isola di Marettimo, in Sicilia. Come anche la storia leggendaria. Eppure, chi di professione naviga o si immerge, consiglia di starne alla larga. Le difficoltà per raggiungerla sono troppe. La pericolosità è alta. La catena montuosa di Skerki si trova in un punto mediano tra la costa italiana e quella africana. Le acque lì sono sempre burrascose. Domarle è complicato. E a questo si aggiunge un altro pericolo: un tratto di roccia che sfiora la superfice del mare, diventando «un cimitero per le imbarcazioni. Tante nel corso della storia sono affondate proprio lì», racconta Andrea Spinelli.

Ma è proprio tutta questa «ostilità» che ha protetto il tratto di mare e che lo ha salvato dalla distruzione, preservando in modo naturale «una biodiversità unica nel suo genere». La stessa che ha incuriosito Andrea Spinelli, responsabile della Mission Skerki: una serie di spedizioni supportate dalla Fondazione Oceanogràfic di Valencia per «documentarne le specie e gli habitat, con un fine scientifico e divulgativo».

Nel 2023 la prima avventura dei due fratelli cresciuti con la passione per il mare. «Non è stato semplice raggiungere Skerki. La prima spedizione è durata circa dodici giorni, con più di quaranta ore di navigazione in catamarano – ricorda Andrea Spinelli -. Con me c’erano mio fratello Marco, con il quale condivido l’amore per il mare. Io amo studiarlo, lui documentarlo: ci completiamo. Ma con noi in quell’occasione c’erano anche il ricercatore Juan Antonio Romero, il filmmaker Bernardo Giovannini, lo skipper Riccardo Calzolari e un esperto del luogo, il subacqueo Gianfranco Montanti».

Un team variegato e unito dalla voglia di riuscire in una missione da molti ritenuta impossibile. «Lo ammetto: il viaggio è stato faticoso. Eravamo davvero stremati. Ma una volta lì, tutta la fatica è stata ripagata da uno spettacolo unico. Subito ci siamo immersi per raccogliere dati scientifici, campionando alcune specie di organismi. Poi siamo passati a esplorare e filmare i segreti dei fondali. Abbiamo trovato addirittura un’ancora datata tra il XVIII e il XIX secolo. Una volta in superfice l’emozione è stata incontenibile: non credevamo a quello che avevamo appena visto».

Ed è stata proprio quel sentimento di sorpresa che ha riportato Andrea, Marco e il loro gruppo a immergersi ancora: «Siamo tornati lì nel 2024. Abbiamo raccolto ancora campioni. Tra questi una conchiglia insolita. L’abbiamo subito portata in laboratorio. Le analisi scientifiche ci hanno confermato ciò che ipotizzavamo: si tratta di una nuova specie di mollusco che abita proprio tra quelle rocce». Un esemplare autoctono, ma soprattutto mai descritto dal mondo scientifico e che «si chiama Steromphala federicii: è una piccola lumaca probabilmente endemica di Skerki, vive solo in questa zona del mar Mediterraneo. In alcune grotte abbiamo accertato la presenza di esemplari adulti e giovani, significa che si riproduce con regolarità. L’ultima specie di mollusco del genere Steromphala, nel nostro Mediterraneo, era stata descritta nel 1853. Sono trascorsi quasi 200 anni e la scienza ci ha fatto questo regalo. Da biologo marino dico che accade solo una volta nella vita». Una rarità, che poi è stata condiviso con tutta la comunità scientifica, in seguito a una lunga sessione di studio.

Andrea e Marco non si fermano. «Vogliamo ancora sorprendere, in programma c’è già una terza spedizione tra luglio e agosto. Faremo altre scoperte? É probabile, ma intanto ci godiamo l’avventura come quando eravamo bambini».

22 aprile 2025 ( modifica il 22 aprile 2025 | 08:09)

22 aprile 2025 ( modifica il 22 aprile 2025 | 08:09)

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