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Alcaraz: «Con Sinner non c’è veleno, i social vogliono questo. Siamo diversi ma amici. La dieta? Fuori torneo bevo champagne e coca cola

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Jannik Sinner ha vinto gli Australian Open e Wimbledon. Carlos Alcaraz gli ha strappato il  Roland Garros dopo una finale passata alla storia per durata e intensità. Il nuovo confronto, agli Us Open, che inizieranno tra tre settimane, accende di nuovo la rivalità. Numero uno e due del mondo, i migliori, un dualismo che divide i tifosi, sempre pronti a schierarsi a favore dell’uno o dell’altro. Il rapporto fra i due, al netto delle sfide, anche molto combattute e sempre di livello altissimo, sul campo, è ottimo.  Jannik e Carlos, così diversi e così vicini riescono anche ad essere amici. 

Lo spagnolo  si è raccontato a tutto tondo in un’intervista al Financial Times: Carlos, il ragazzo di El Palmar, una cittadina di meno di 25 mila persona, diventato campione in una disciplina in cui la Spagna è abituata a primeggiare da 20 anni, ha premesso: «Non voglio essere chiamato l’erede di Nadal» sottolinea, ricordando a tutti che Rafa, Federer e Djokovic sono stati quanto di più magnificente lo sport possa offrire, ma che adesso c’è una nuova generazione di tennisti (Fognini l’ha definita «un po’ arrogante»)  che sta cercando di scrivere la propria storia. «È un privilegio che la gente guardi le partite mie e di Jannik con tanto entusiasmo, ma non abbiamo l’obbligo di fare ciò che hanno fatto Federer, Djokovic e Nadal. Non dobbiamo farci divorare dalla pressione».

Carlos ha parlato a lungo del  suo rapporto personale con l’azzurro, chiarendo come talvolta i social mistifichino la realtà, la loro  è fatta di semplice amicizia. «Uso molto i social media e non sono un ambiente molto sano, per non dire orribile» confessa Carlos, che ha 7,5 milioni di follower su Instagram e 1,1 milioni su TikTok, ed è il secondo tennista in attività più seguito, alle spalle di Nole Djokovic. «Sono diventati uno strumento molto importante per il lavoro, ma a livello personale sono un mondo davvero brutto. Alla fine lì non c’è niente di reale. Le persone mostrano una vita che non è davvero la loro, un volto che non è il loro. E poi, al di là di questo, ci sono tante persone che possono raggiungerti con un semplice commento e ferirti. Penso che non esista arma peggiore delle parole».

A proposito del legame con Sinner: «La gente adora il trash-talking, la provocazione, ne è attratta. La verità? Anche se il tennis è uno sport individuale, Jannik e io passiamo tantissimo tempo insieme. Vediamo spesso anche fuori dal campo, ci alleniamo insieme. In campo vogliamo batterci, certo, ma fuori, essere brave persone e andare d’accordo è un’altra cosa. Per me questo è un valore dello sport». 

Alcaraz è tornato a parlare anche della vacanza a Ibiza dopo la vittoria di Parigi, perché trova sempre chi gli fa notare differenze di comportamento con Sinner, meno appariscente nella vita privata. E il paragone tra i due riguarda anche la dieta, che lo spagnolo ogni tanto mette da parte. «Non festeggio la vittoria di un torneo mangiando un hamburger, io un hamburger me lo mangio prima, durante e dopo un torneo. E mi concedo sempre un dolce, un po’ di cioccolato, nessun problema. Come festeggio? A casa. Il cibo di mia madre è sempre il migliore. E bevo champagne e coca-cola, che non tocco durante i tornei. Ovviamente senza esagerare».

3 agosto 2025

3 agosto 2025

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