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Agricoltura, allarme nuove malattie: «Colpa dei cambiamenti climatici». In Alto Adige crolla l’allevamento di maiali

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L’agricoltura altoatesina si confronta con le sfide imposte dal cambiamento climatico: l’avanzare della flavescenza dorata nei vigneti, la persistenza del bostrico nei boschi, l’impennata del prezzo del latte e il preoccupante declino della popolazione di maiali. Fattori che impattano anche sul rischio di spopolamento delle terre alte. Nonostante il quadro complesso, il settore mostra una notevole capacità di resilienza.

La resilienza delle aziende agricole altoatesine

«Vedendo le cifre, noto che le nostre aziende agricole vanno avanti, non chiudono — evidenzia l’assessore provinciale all’Agricoltura, Luis Walcher —. Il dato rimane stabile, non si distingue dagli anni passati ma si distingue notevolmente rispetto alle regioni a nord e sud». Una tenuta supportata da una solida sinergia tra centri di sperimentazione, consulenza qualificata e la formazione continua dei contadini.

Il prezzo del latte

Il prezzo del latte ha registrato un picco, passando da 37 euro per quintale nel 2006 a 68,6 euro nel 2023. Secondo Walcher, «sebbene le spese siano aumentate, abbiamo capito nell’ultimo anno, con questo balzo in alto del prezzo, che il mondo del latte ha un presente importante e avrà un futuro ancora più importante». Lo scenario è rafforzato dalla previsione di «una futura carenza di latte in Europa, che richiede politiche agricole mirate a sostenere il settore lattiero-caseario in Alto Adige» anche per la tutela del paesaggio alpino.

Lo speck

Contrariamente, la situazione del settore suinicolo è allarmante, con una drastica riduzione dei capi: dai 26.000 maiali nel 2000 si è scesi a meno di 4.000. Lo speck è già quasi tutto prodotto con bestiame importato e l’assessore Walcher non nasconde la preoccupazione: «Stiamo andando verso un futuro dove non ci sarà neanche più un maiale altoatesino. La tendenza alla specializzazione mono-settore minaccia la diversificazione agricola tradizionale dei masi di montagna».

Le minacce del cambiamento climatico

Le minacce più pressanti derivano dagli effetti del cambiamento climatico. La flavescenza dorata rappresenta una seria preoccupazione per i vigneti altoatesini. Michael Oberhuber, direttore del Centro di sperimentazione Laimburg, parla di un “trend preoccupante”. «Dal 2016 la malattia è in espansione, e nonostante le misure di prevenzione e controllo, la sua diffusione è in aumento. Il rischio è che si diffonda facendo morire le piante» avverte Oberhuber. La cicalina «Scaphoideus titanus» è il principale vettore e la lotta si concentra sul suo controllo e sull’estirpazione delle piante infette. Il Centro Laimburg ha intensificato la ricerca interdisciplinare per comprendere meglio la diffusione della malattia, anche grazie a finanziamenti provinciali, e sta indagando su possibili nuove vie di trasmissione. L’assessore Walcher sottolinea: «La flavescenza dorata non è un problema solo per le singole aziende agricole, ma per l’intero settore vitivinicolo in Alto Adige. È essenziale un impegno collettivo».

Il vino analcolico

Il comparto affronta anche difficoltà di vendita per le nuove sfide legate ai cambiamenti nelle abitudini di consumo e alla crescente domanda di prodotti innovativi, come il vino analcolico. Il Bostrico, grave minaccia per i boschi, è attualmente sotto controllo anche grazie a condizioni meteorologiche favorevoli. Oberhuber conferma: «Siamo già sulla buona strada, l’abbiamo dimezzato rispetto al momento clou del 2022 e il meteo ci sta aiutando».

Un settore che dà lavoro a circa 20.000 famiglie

L’agricoltura altoatesina, con i suoi pilastri – mele, uva e latte/bestiame – dà lavoro a circa 20.000 famiglie. Walcher evidenzia la necessità di affrontare le «nuove malattie», diretta conseguenza del cambiamento climatico e della globalizzazione. L’obiettivo primario è «migliorare l’agricoltura e mantenere alta la qualità, con cui possiamo differenziarci dall’agricoltura del sud e nord Italia e dell’Europa». Per contrastare lo spopolamento delle terre alte e sostenere il settore sono state attivate strategie di sviluppo rurale, con una dotazione di circa 2,7 milioni di euro per territorio, in collaborazione tra pubblico e privato.

26 giugno 2025

26 giugno 2025

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