Messico meridionale. In un lembo remoto della Sierra Norte di Oaxaca, a ovest dell’Itsmo di Tehuantepec, nel piccolo villaggio di Villa Hidalgo Yalálag si tramana da generazioni l’arte della tessitura delle huarache, sandali che i maestri artigiani zapotechi intrecciano, con lentezza e pazienza, insieme alla loro storia di resistenza. Queste non sono infatti solo calzature: è l’identità di un popolo che scorre tra le dita di chi plasma il cuoio, la sua memoria che, letteralmente, cammina. Le Oaxaca Slip‑On, invece, sono una morbida suola da sneaker coronata da intrecci di pelle, da poco prodotta da Adidas dall’altra parte del mondo, nel sud-est asiatico. L’idea è del designer messicano-statunitense Willy Chavarría, ma sotto l’apparente omaggio alla sua terra, Chavarría ha creato una ferita a Yalálag: «Ci hanno preso senza chiedere», si è ripetuto per giorni nella strada tortuosa che attraversa il villaggio messicano. E davanti a questo altro pezzo di cultura depredata senza compenso e senza consenso, Adidas si è dovuta scusare.
La vicenda
La prima voce autorevole a farsi sentire era stata quella della presidente del Messico, Claudia Sheinbaum. Del tutto simile al grido che altri governi e comunità hanno lanciato contro realtà globali (da Zara a Louis Vuitton, passando per Shein), che si appropriano dell’identità senza riconoscerla, Sheinbaum aveva detto chiaramente che è venuto il momento di proteggere il «patrimonio culturale collettivo» dagli abusi delle multinazionali. Per i zapotechi di Yalálag, arte e sopravvivenza culturale coincidono: il guadagno legato alle arti tradizionali sostiene oltre mezzo milione di famiglie in regioni come Oaxaca, Jalisco e Michoacán. Quando un potente brand fa leva su quella tradizione — solo per venderla — il colpo non è solo simbolico e spirituale, ma anche economico.
La richiesta di ritiro delle scarpe dal mercato
La presidente del Messico aveva dunque chiesto il ritiro immediato del prodotto dal mercato, annunciando anche possibili vie legali contro Adidas. che dopo pochi giorni ha ammesso l’appropriazione e inviato le sue scuse ufficiali. «Oaxaca Slip‑On si basa su un disegno tradizionale della comunità di Villa Hidalgo Yalálag» alla quale «offriamo pubblicamente le nostre scuse», ha scritto la multinazionale dell’abbigliamento sportivo, aggiungendo un impegno: «Collaboreremo in futuro con Yalálag in modo rispettoso». Cosparso di cenere sulla testa, anche Chavarría si è detto «profondamento dispiaciuto di non aver sviluppato il modello in collaborazione con la comunità oaxaqueña».
L’incontro pacificatorio
Per rendere più sentite le scuse, venerdì 21 agosto, la responsabile legale di Adidas Messico, Karen González, è voluta andare personalmente a Villa Hidalgo Yalálag, in un incontro che ha mescolato musica tradizionale, abiti zapotechi e parole contrite. Il sindaco Eric Fabián ha accolto il gesto, ma ha anche invitato a non trasformare il perdono in oblio. Intanto, le Oaxaca Slip-On non sono state ritirate dai cataloghi Adidas, mentre nei mercati di Oaxaca, le huarache continuano a essere vendute come sempre: intrecciate a mano e senza marchio.
22 agosto 2025
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