
Studioso dell’Illuminismo e maestro degli studi su Immanuel Kant, il filosofo tedesco Reinhard Brandt è morto a Marburgo dopo una lunga malattia. Aveva 88 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato dall’Università di Marburgo. Nato a Gladebrugge nel 1937, Brandt aveva fatto di Marburgo la sua casa intellettuale e umana: professore ordinario di Filosofia all’Università locale dal 1972, vi ha fondato nel 1982 il Kant-Archiv, punto di riferimento per gli studi sul pensatore di Königsberg. Era inoltre membro del Marburger Haus der Romantik e della prestigiosa Göttinger Akademie der Wissenschaften, nonché visiting professor presso numerose università europee e americane, tra cui Padova, Milano, Bloomington e Caracas.
Intellettuale indipendente e talvolta provocatorio, Reinhard Brandt ha dedicato la sua ricerca all’Illuminismo europeo, letto come matrice vivente del pensiero moderno. La sua riflessione ruotava attorno a Locke, Hume, Rousseau e, soprattutto Kant, in rapporto con il presente. Nota è la sua rilettura della Tavola dei giudizi kantiana, interpretata in dialogo con la logica aristotelica e le dottrine antiche del sublime, ma anche le sue indagini sulle teorie della proprietà da Grozio a Kant e sull’antropologia filosofica.
Brandt ha dedicato i suoi studi anche ai rapporti tra filosofia e arte, con analisi su capolavori come La scuola di Atene di Raffaello, Et in Arcadia ego di Nicolas Poussin o le enigmatiche vignette di Nietzsche e Hobbes. . Tra i suoi testi tradotti in italiano: La lettura del testo filosofico (Laterza, 1998) e Filosofia nella pittura: da Giorgione a Magritte (Bruno Mondadori, 2003).
21 agosto 2025 (modifica il 21 agosto 2025 | 10:50)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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