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A22, scintille in in consiglio. Kompatscher: «Bando in linea con il diritto comunitario»

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Sul tema, in Aula, Arno Kompatscher è stato incalzato da più parti. Prima da Paul Köllensperger (Team K), poi da Chiara Maule (Campobase). E, visti gli sviluppi degli ultimi giorni, l’attenzione non poteva che essere massima: del resto, il futuro dell’Autostrada del Brennero e la situazione del bando di gara per la concessione rappresenta uno dei nodi più delicati del dibattito politico regionale. Senza contare, hanno rilanciato ieri, 15 ottobre, anche i sindacati, che la questione tiene in sospeso «i mille dipendenti» della società di via Berlino.

La lettera di messa in mora

Sotto la lente, in particolare, la lettera di messa in mora all’Italia inviata nei giorni scorsi dalla Commissione europea. Che punta il dito sulla finanza di progetto e sul diritto di prelazione, alla base del bando di gara dell’A22. «Non possiamo far finta di nulla di fronte a queste notizie» ha esordito Köllensperger. Che ha rilanciato la soluzione dell’in house. Per poi fissare la posizione: «Dobbiamo evitare la gara senza il diritto di prelazione e ancora di più la gara aperta». Perché, di fronte a colossi internazionali, i rischi di perdere la gestione dell’arteria autostradale sarebbero reali. «E per la Regione sarebbe deleterio» ha aggiunto il capogruppo del Team K. Di qui le richieste al governo regionale, contenute in una mozione collegata alla variazione di bilancio: in particolare, Köllensperger ha invitato a chiedere al ministero di sospendere di bando di gara, qualora fosse eliminato il diritto di prelazione. Per poi riprendere in mano la strada dell’in house.

«Preoccupato» si è detto anche Andrea de Bertolini (Pd). Che ha invitato Kompatscher a portare la lettera dell’Europa in commissione «quando avrà avuto modo di valutarne il contenuto giuridico». «È necessario — ha aggiunto — che si affronti la questione con coscienza e realismo. Non dimenticando le opzioni alternative». «L’Aula del resto non viene informata, siamo costretti a ragionare sui “si dice”» ha lamentato Francesco Valduga (Campobase). «E adesso siamo nelle mani del ministro Matteo Salvini» ha rilanciato Alessio Manica (Pd). Con richieste di chiarimento che sono arrivate, subito dopo, anche da Maule in una interpellanza.

La linea di Kompatscher

Da parte sua, il presidente della Regione non si è sottratto. Leggendo in Aula parte della lettera della Commissione europea e la risposta del ministero per andare oltre, ha chiarito Kompatscher, il «sentito dire», basandosi piuttosto su «quanto sta realmente accadendo». Riprendendo proprio la lettera del ministero, il presidente della Regione ha insistito su un punto: «La gara per la concessione A22 si fonda su normative antecedenti a quelle oggetto della lettera di messa in mora». Di più: «Il bando è partito prima, in base a una normativa considerata in linea con il diritto comunitario. Ciò che è stato escluso è il diritto di prelazione del concessionario uscente. Ma in questo caso è il proponente ad avere il diritto di prelazione, in linea con il diritto comunitario». In questo quadro, il presidente della Regione ha bocciato la mozione del Team K. Andando oltre, nella risposta alla capogruppo di Campobase: «Il ministero ha detto chiaramente di voler difendere questa procedura. In questo quadro, sarebbe quantomeno strano che il consiglio chiedesse un ripensamento». Meglio, ha aggiunto il Landeshauptmann, andare avanti. Aspettando le mosse di Roma. Ma soprattutto la sentenza attesa dalla Corte di giustizia europea sul diritto di prelazione. Un pronunciamento «che non sappiamo se arriverà a novembre o dopo». Ma che non cambia la determinazione dei territori: «Se la sentenza non arriva o se sarà poco chiara, rimane la legge statale che prevede la prelazione» ha fissato la linea Kompatscher. Pronto a «confrontarsi con il ministero per ribadire gli interessi dei territori»: «Il nostro obiettivo — ha chiarito il presidente della Regione — è quello di mantenere in casa la concessione. Dobbiamo collaborare con il ministero, perché la competenza è sua. Ma sono ottimista». Sull’in house, invocato dal Team K, Kompatscher è stato altrettanto deciso: «In passato la società in house era stata criticata. Ora la si sostiene».

La Cgil e l’occupazione

Intanto, a chiedere chiarezza sulla vicenda è anche la Filt Cgil. «Siamo consapevoli — sottolineano Franco Pinna e Tommaso Ziller — che anche nella prospettiva di un bando di gara senza diritto di prelazione con ogni probabilità saranno garantiti i livelli occupazionali. Chi potrà dare certezze, però, sulle condizioni dell’occupazione, oggi tutelate da accordi aziendali frutto di relazioni industriali consolidate con l’attuale società? E quanto è probabile che una multinazionale estera decida di portare avanti anche gli investimenti sul nostro territorio?».

16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 09:49)

16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 09:49)

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