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A Londra con Corbyn e Sultana nasce il partito islamo-marxista: a guidarlo star dei social e il veterano della sinistra

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA – A volte ritornano. Nulla simboleggiava la svolta moderata dei laburisti di Keir Starmer quanto l’espulsione di Jeremy Corbyn, il suo predecessore di estrema sinistra che aveva condotto il partito, nel 2019, alla più sonora sconfitta dagli Anni 30. Ma adesso Corbyn è di nuovo sulla scena, deciso a riprendersi il vessillo della sinistra «autentica»: e ad affiancarlo c’è colei che è stata definita la politica più «virale» del panorama britannico, quella Zarah Sultana che è stata eletta in Parlamento a soli 26 anni (oggi ne ha 31) e che è una star dei social media, avendo ammassato quasi mezzo milione di follower

su Instagram e altrettanti su TikTok (seconda solo a Nigel Farage, il tribuno della destra populista). Qualche tempo fa perfino
Vogue
le ha dedicato un profilo, caso unico per una che da noi sarebbe considerata una comunista irriducibile e che per questo è stata sospesa dalle file laburiste.

Lo scorso weekend è stata proclamata la nascita di un nuovo partito, a sinistra del Labour, guidato da Corbyn e Sultana: ma, come nella migliore tradizione gruppettara, grande è la confusione sotto il cielo. Perché l’annuncio è arrivato dalla irruente Zarah, ma il compagno Jeremy ha detto che ci stava ancora pensando e che le discussioni erano in corso. Eppure ci sono pochi dubbi che il partito si farà, perché la svolta destrorsa dei laburisti di Starmer ha aperto uno spazio politico enorme a sinistra.

La strategia seguita finora dal primo ministro è stata infatti quella di inseguire sul suo terreno la destra di Farage, considerato l’avversario più pericoloso dopo lo sfaldamento dei conservatori: dunque legge e ordine, contrasto all’immigrazione, ritorno ai valori tradizionali. Ma è una linea che sta provocando una vera emorragia a sinistra, soprattutto fra quell’elettorato metropolitano e istruito che era diventato lo zoccolo duro laburista, più dei ceti popolari sedotti dalla destra.

Allora non stupisce che i sondaggi accreditino già al 10% la nuova formazione di Corbyn-Sultana, con un bacino potenziale di addirittura un elettore su sei (il partito, che ancora non ha un nome, è primo nelle preferenze tra i giovani della fascia 18-24 anni). Una sfida esistenziale per i laburisti, che potrebbe finire per consegnare definitivamente la Gran Bretagna a Farage (i cui seguaci sono stati visti brindare a champagne a un party londinese dopo l’annuncio di Sultana).

Oltre alla devozione alla causa del socialismo, ad accomunare Jeremy e Zarah c’è l’ostilità verso Israele. Corbyn, un veterano della politica britannica, è stato da sempre uno strenuo sostenitore della causa palestinese, sospettato perfino di simpatie verso Hamas e Hezbollah: sotto la sua leadership, dal 2015 al 2019, il partito laburista era infettato dall’antisemitismo, che Starmer ha dovuto impegnarsi a sradicare. Sultana, di orgine pachistana e musulmana praticante, ha una lunga storia di post sui social media ai limiti dell’incitazione all’odio contro i «sionisti».

L’elemento di novità è che la guerra a Gaza ha radicalizzato l’elettorato musulmano britannico, deluso da quella che considerano l’eccessiva cautela del governo laburista verso Israele. Già l’anno scorso sono stati eletti in Parlamento quattro indipendenti su una piattaforma filo-palestinese: ed è qui che può ulteriormente pescare il partito del duo Zarah-Jeremy, dando forma a un movimento islamo-marxista che sarebbe una prima nel panorama politico europeo.

Più in generale, la cosa paradossale è che l’onda lunga della Brexit ha «europeizzato» la Gran Bretagna, finendo per distruggere il suo tradizionale bipartitismo e producendo al suo posto un sistema politico che somiglia sempre più a quello francese: con una destra tradizionale allo sbando (i conservatori), un centro «macroniano» (il Labour di Starmer) che si erge a diga contro la destra populista arrembante (Farage come le Pen) e ora una sinistra radical-populista in stile Mélenchon (Corbyn-Sultana). Ironie della Storia.

13 luglio 2025

13 luglio 2025

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