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A Gorizia inaugura «Go! Pharus»: un faro di vetro e acciaio indica il confine che dialoga

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Come in un gioco prospettico, si entra da una parte e si esce dall’altra. Immersi tra colori naturali — se è il sole a battere sulle vetrate rosse, gialle, blu e verdi — o artificiali, di sera o di notte, generati dai Led.
GO! Pharus è un obelisco, un faro
, appunto, alto dieci metri su una base di due metri e mezzo per lato, collocato da sabato scorso sul piazzale della Casa Rossa: praticamente, il vecchio confine di Gorizia con Nova Gorica, le due città che, dallo scorso febbraio, si dividono il titolo di Capitale europea della cultura.

«Quali sono i colori della cultura? Ho fatto una ricerca e ho scoperto le sue mille sfaccettature: può essere gialla, rossa, blu, verde e tanti altri colori ancora», dice Celia Centonze, 38 anni, architetta e interior designer triestina, fondatrice dello studio milanese Plateam: è lei l’autrice dell’obelisco del terzo millennio, omaggio a una città che era divisa in due e oggi è territorio unico, simbolo di collaborazione transfrontaliera.

«Con Gorizia ho un rapporto bellissimo: qui vivevano mia nonna, le mie zie, e non c’era Natale senza una visita con la mia famiglia», ricorda Centonze, la cui zia, Lucia, le racconta, ancora oggi, quanto sia cambiata la vita da queste parti: tantissima gente, turismo e sguardi sorridenti. Le stesse sensazioni interpretate dall’illustratore Lorenzo Mattotti, autore del manifesto di GO! 2025, con un lui (italiano) e una lei (slovena) ritratti mentre danzano su un ponte sopra il fiume Isonzo-Soca. Immersi nel verde. «Lo stesso verde-Isonzo sulle vetrate di GO! Pharus, simbolo di civiltà e di pace».

Al di là delle parole, a Centonze piacerebbe che l’obelisco diventasse un punto d’incontro. Intanto, ha ridisegnato una piazza, simbolo di un vecchio confine, con un’opera inclusiva, fortemente voluta dal sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna («Go! Pharus è un invito a superare le divisioni e a guardare al futuro con speranza, puntando sulla forza della collaborazione e sarà uno dei lasciti di GO! 2025) e sostenuta da Enel e Fai, protagoniste il giorno dell’inaugurazione del «faro».

Un faro-obelisco diverso dagli altri: niente marmo o pietra, solo vetro e acciaio: «L’ho voluto costruire: non per indicare una sola direzione, ma per illuminare tutte le possibilità di incontro, di ascolto e di pace». Direzioni diverse per nomi e artisti altrettanto diversi: dopo essere entrati nella pancia di GO! Pharus leggiamo versi poetici incisi sui vetri: «Sono frasi dipinte dall’artista Marco Nereo Rotelli, il quale ha lavorato sulle parole di Ungaretti, Prešeren, Saba, Michelstaedter, Macor e Korschann, i quali, per nascita o esperienze di vita, hanno avuto a che fare con questo territorio», spiega la designer.

E parlando di poeti, non si può non ricordare l’8 febbraio, Giornata nazionale della cultura slovena, ma anche giorno dell’inaugurazione ufficiale di GO! 2025, nonché data di nascita e di morte, rispettivamente, di France Prešeren (1800-1849) e di Giuseppe Ungaretti (1888-1970), i grandi poeti protagonisti del palinsesto congiunto delle due città.

L’obelisco della pace con la punta colorata, pensata per dare maggiore slancio verso il cielo, non rimarrà nella piazza solamente questo autunno. «In un’epoca in cui tutto è transitorio, è bello pensare ad un monumento permanente, in grado di far scaturire riflessioni sulla cultura come via per il dialogo e l’inclusione». A questo proposito, camminando sul basamento di GO! Pharus, basta abbassare lo sguardo per accorgersi di essere su un mosaico, realizzato dall’associazione Bambini e Autismo di Pordenone, coinvolgendo i più piccoli: «È la riproduzione di un’opera di Tullio Crali, pittore futurista, che non conoscevo, ma che ho scoperto proprio qui, a Gorizia, lo scorso anno, in occasione di una bellissima mostra monografica», conclude Centonze.

L’obelisco

Nell’ambito del programma di GO! 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura, è stato inaugurato il 18 ottobre, nel piazzale della Casa Rossa, GO! Pharus , opera d’arte pubblica, ideata e progettata da Celia Stefania Centonze, artista, designer e fondatrice dello studio Plateam di Milano. Il nome dell’opera racchiude il significato del progetto: GO! richiama Gorizia e Nova Gorica, ma anche l’invito ad «andare oltre» i confini; Pharus evoca la funzione di guida luminosa e morale del faro. L’obelisco diventa una «spina dorsale luminosa» che salda il passato e il futuro.

24 ottobre 2025 (modifica il 24 ottobre 2025 | 09:09)

24 ottobre 2025 (modifica il 24 ottobre 2025 | 09:09)

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