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Italiani tutti tennisti

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La finale di Torino, vinta da Yannick Sinner, ha raccolto davanti alla televisione circa 7 milioni di spettatori, un numero simile a quello che la stessa sera seguiva l’Italia nel calcio, inspiegabilmente deludente. Questo dato ha fatto riflettere: siamo diventati tutti tennisti o si tratta di un fenomeno di emulazione collettiva?

Non è la prima volta che lo sport italiano genera ondate di entusiasmo e imitazione. Negli anni d’oro di Alberto Tomba, l’Italia sognava sulle piste da sci; poi con la squadra azzurra di vela, abbiamo imparato il linguaggio del mare. Il successo di un campione sa coinvolgere e trascinare intere generazioni, trasformandole in ammiratori e aspiranti atleti.

Questo fenomeno rispecchia un processo profondamente umano e pedagogico, noto agli antichi Greci come mimesis, ovvero l’imitazione che ci aiuta a crescere e migliorare. Vedere un gesto sportivo e provarlo a ripetere significa interiorizzare un modello di eccellenza.

L’altro aspetto da sottolineare è il ruolo cruciale della televisione, che abbassa le barriere di sport tradizionalmente elitari come il tennis. Non è raro che un circolo tennistico appaia chiuso e riservato, ma la televisione amplia l’accesso, trasformando un’attività per pochi in un fenomeno di massa.

20 novembre 2025

© RIPRODUZIONE RISERVATA

20 novembre 2025

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