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Il tentativo non facile di archiviare un incidente

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Il tentativo di non alimentare il caso è evidente, soprattutto da parte del Quirinale. Lo definisce chiuso FdI, partito della premier. Ma la sensazione è che Palazzo Chigi non voglia archiviare le frasi contro il governo pronunciate in un ristorante da uno dei consiglieri di Sergio Mattarella, registrate di nascosto, mandate ad alcuni giornali e pubblicate dalla Verità. La tentazione sembra quella di accreditare una fronda ostile alla maggioranza di destra al vertice delle istituzioni. Significherebbe, in futuro, additare ogni rilievo del capo dello Stato a provvedimenti di Giorgia Meloni come dettato da un pregiudizio politico.

Il colloquio chiesto ieri mattina dalla premier, e accordato dal presidente della Repubblica, conferma una tensione latente. È durato una ventina di minuti. E alla fine, da Palazzo Chigi si è fatto sapere che «è intenzione del presidente del Consiglio, con la sua visita al capo dello Stato, rimarcare che non esiste alcuno scontro istituzionale». Ma è stato aggiunto che Meloni «ha espresso il rammarico per le parole istituzionalmente e politicamente inopportune pronunciate in un contesto pubblico dal consigliere Francesco Saverio Garofani».

Insomma, se il problema era di capire quanto la vicenda andasse classificata come un episodio da mettere tra parentesi, o come un incidente usato per fare pressione sul Quirinale, la risposta è arrivata. Il vicepremier Antonio Tajani sostiene che «la vicenda è conclusa». Lo è, forse, formalmente, ma sul piano politico rimane aperta. La coalizione di destra ha scelto un crinale ripido e scivoloso: sebbene la precisazione dei capigruppo di FdI di ieri sera sul «caso chiuso» abbia il sapore di una mezza ritirata.

E, nonostante le assicurazioni secondo le quali nessuno mette in dubbio la correttezza di Mattarella, si indovina l’obiettivo di condizionarlo. Le parole del suo consigliere, che da quanto si è saputo finora sottolineavano tutti i limiti delle opposizioni, sono lo strumento per gettare un’ombra sul ruolo di garante del Quirinale. Manovra azzardata, perché Mattarella non ha mai consentito di essere associato a un parte politica.

Si tratta di un’operazione insidiosa, per una coalizione che a volte tende a vedere nel capo dello Stato un ostacolo e non un aiuto. Ma così il conflitto negato da FdI, nel silenzio degli alleati e nella solidarietà tiepida delle opposizioni al Quirinale, può diventare qualcosa di strisciante e di corrosivo. Tanto più in una fase nella quale la politica estera presenta una marcata identità di vedute tra Mattarella e Meloni. La prospettiva che appaia incrinata sarebbe un vantaggio concesso ai nemici di Italia e Ue: sovranisti e filorussi in testa.

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19 novembre 2025

19 novembre 2025

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