
Sulla sua statura, 1,57 centimetri, la «Mamdani del nord» previene i detrattori: «Lo so che sembro un adulto in miniatura», ha detto al quotidiano Politiken, e più di una volta a conferenze stampa o picchetti è salita in piedi su uno sgabello per raggiungere le ultime file. Per il resto Sisse-Marie Welling scherza poco. La nuova sindaca di Copenaghen che ha mandato a casa i socialdemocratici, partito di maggioranza che da 122 anni governava la capitale ha garantito che prenderà «molto sul serio» l’incarico. A molti ricorda il nuovo sindaco di New York Zohran Mamdani, con cui condivide – a 39 anni, lui ne ha 36 – più che la generazione.
È socialista: correva per il partito socialista SF, secondo classificato al voto di martedì con il 17,9% dei voti. Ore di negoziazioni con il primo partito, i Rød-Grønne, lista unitaria che si definisce «ecosocialista» e che ha preso il 22%, sono sfociate nella decisione che il nuovo sindaco sarà lei.
La città, Copenaghen, somiglia a New York per fascino – ci vivono circa 330 mila expat – ma anche per problemi. Su tutti, il costo delle case, aumentato del 20 per cento in media negli ultimi 12 mesi. Sul costo delle case i socialisti e i rosso-verdi hanno fatto tutta la campagna elettorale, criticando i socialdemocratici diventati troppo centristi, e securitari. A Copenaghen, dove votano anche molti expat, ha funzionato.
La candidata sindaca dei socialdemocratici, partito di governo, era Pernille Rosenkrantz-Theil, amica sororale della premier Mette Frederiksen, con cui divide anche una casa al mare. Ha preso il 12,7%. Le è toccato subito ammettere la sconfitta, omettendo che la capitale è stata guidata dai Socialdemocratici per 102 anni, dal 1903, e che da quando ha avuto un sindaco, nel 1938, questo sindaco è sempre stato socialdemocratico.
Rapida la disamina della sconfitta, da parte dell’esponente più autorevole del partito, la premier Mette Frederiksen – che oltre che della disfatta di Copenaghen doveva rispondere, sempre per il voto di ieri, anche di aver perso 18 comuni sui 44 che i socialdemocratici amministravano, e sui 98 totali. «Ci aspettavamo di perdere terreno, ma il declino è peggiore di quanto ci attendessimo», ha detto. Già alle europee del 2024 erano andati male. Ha citato il carovita – ma, testardamente, non i costi dell’abitazione; e anche lo squilibrio ideologico tra le città e la campagna. Ha poi insistito nel citare, tra le ragioni della sconfitta, la criminalità di «persone che vengono da fuori», ribadendo la sua posizione dura sull’immigrazione.
Ma proprio questa posizione, nel voto di Copenaghen, le è costata. Secondo gli analisti e i sondaggi, gli elettori della capitale non hanno creduto alla sua linea dura sull’immigrazione: il governo di Frederiksen ha da poco adottato regole ispirate al modello britannico.
A chi in campagna elettorale la interpellava sulla sicurezza, la «Mamdani» Sisse-Marie Welling ha risposto spesso come in questa intervista al Copenhagen Post: «La sicurezza è sentirsi sicuri di poter esprimere chi sei, di trovare una casa che puoi permetterti, di lasciare i tuoi figli all’asilo sapendo che sono ben accuditi. Dovresti avere fiducia che l’aria che respiri è pulita e che le scelte che fai come cittadino contano».
Quello degli alloggi è il tema su cui Welling è tornata più spesso. Ritiene che il potere dell’amministrazione comunale sul mercato immobiliare si sia indebolito nel corso degli anni, lasciando troppa influenza nelle mani di costruttori privati e grandi investitori. «Dobbiamo riprendere il controllo del mercato immobiliare», ha detto. «Al momento, non abbiamo molta voce in capitolo sul tipo di alloggi da costruire. Dobbiamo riprenderci il potere. Se non lo facciamo, non potremo rendere la città accessibile».
Altro tema in comune col neosindaco di New York: i nidi. «Ogni genitore deve lasciare i figli al nido in serenità, dunque servono più operatori». Un altro argomento che gli elettori di Copenaghen hanno sentito forte e chiaro.
Welling ha subito affidato alla «rivale» Line Barfod – la candidata sindaca del primo partito uscito dalle urne, l’alleanza Rosso-Verde, che ha ottenuto 1 voto su 5 nella capitale – un ruolo da plenipotenziaria sull’ambiente. Il suo primo target sarà il controverso progetto dell’isola artificiale di Lynetteholm, un piano da 2,7 miliardi di euro che dovrebbe proteggere la città dalle inondazioni e creare spazio per nuove abitazioni. Ma, secondo un rapporto indipendente, rischia di contaminare fortemente le acque di Copenaghen.
19 novembre 2025
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