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«Aiuti agli allevatori che rinunciano le gabbie». La proposta di FdI sostenuta da 23 associazioni

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Il governo faccia proprio e sostenga l’emendamento alla Legge di Bilancio presentato dalla senatrice Domenica Spinelli, di Fratelli d’Italia, e finalizzato all’istituzione di un Fondo per la transizione ai sistemi di allevamento «cage-free», ovvero che non prevedano l’utilizzo di gabbie. La richiesta arriva da 23 associazioni della coalizione italiana di End the cage age (Etca), un raggruppamento che a livello europeo mette insieme 170 gruppi ambientalisti, animalisti e impegnati nell’etica degli allevamenti o nella divulgazione sui temi della corretta alimentazione.

La proposta ha come obiettivo l’accompagnamento degli allevatori italiani nel superamento graduale dell’uso delle gabbie, un sistema considerato «obsoleto e non rispettoso del benessere animale», a favore di sistemi che tengano maggiormente in considerazione le esigenze comportamentali dei capi allevati. La richiesta è quella di prevedere uno stanziamento iniziale di 3 milioni di euro per l’anno 2026 e di 5 milioni di euro all’anno a partire dal 2027 per interventi strutturali che consentano un netto miglioramento delle condizioni di vita per circa 40 milioni di animali che vengono allevati ogni anno in gabbia nel nostro Paese. Una situazione di costrizione che impedisce il movimento e i comportamenti più naturali e che riguarda in particolare conigli, galline ovaiole e scrofe, ma anche animali per le pellicce, anche se questi sono ormai di fatto scomparsi dopo i provvedimenti sui visoni presi in periodo Covid. La somma ipotizzata non è particolarmente alta, ma l’importante è partire. 

La coalizione End the cage age aveva promosso nel 2020 una Iniziativa dei cittadini europei (Ice), una sorta di legge di iniziativa popolare, che è riuscita a mettere insieme quasi un milione e mezzo di firme certificate raccolte in tutta Europa e che ha indotto la Commissione Ue ad impegnarsi per una nuova legislazione più rispettosa del benessere degli animali, anche quelli destinati a diventare cibo. Tuttavia il cambio degli equilibri politici nel Parlamento Europeo ha frenato l’azione della Commissione che ha accantonato, o comunque tolto dalle priorità, le iniziative previste in questo campo. Di qui la pressione che arriva dal basso e la richiesta al governo Italiano di farsi promotore del rilancio di questa iniziativa.

L’istituzione di un fondo dedicato, non prevista fino ad ora dal governo, si inserirebbe in un percorso già avviato con la presentazione di un disegno di legge sulla stessa materia presentato al Senato da Stefano Patuanelli del M5S ma che ha raccolto il consenso trasversale delle senatrici Michaela Biancofiore (Noi Moderati), Ilaria Cucchi (Avs), Simona Malpezzi (Pd), la stessa Domenica Spinelli (FdI) e Julia Unterberger (Svp/Autonomie) e del senatore Manfredi Potenti (Lega). Una ulteriore presa di posizione del governo, che parta per di più da un emendamento a firma di una esponente della maggioranza, sarebbe un segnale forte a livello europeo. «L’Italia – sostengono le associazioni – potrebbe assumere un ruolo di leadership, anticipando il cambiamento in arrivo da Bruxelles».

Il concetto di «in arrivo» va ovviamente molto contestualizzato perché, come detto, le politiche sostenibili che avevano caratterizzato la prima Commissione guidata da Ursula von der Leyen sembrano essere state accantonate in questo secondo mandato, condizionato da un’avanzata delle forze sovraniste e della destra estrema, che non hanno mai mostrato troppa sensibilità su questi temi. Ma il fatto che la proposta del fondo arrivi da un esponente del primo partito della maggioranza lascia ben sperare le associazioni di Etca Italia.

La Commissione si è in ogni caso presa l’impegno ufficiale di lavorare sulla progressiva dismissione delle gabbie, incalzata in questo non solo dalle iniziative di End the cage age e dai parlamentari europei di Eurogroup for Animals, ma anche dalle raccomandazioni arrivate dall’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, che in diversi pareri ufficiali ha delineato i  possibili interventi per cambiare modalità di allevamento in funzione del miglioramento delle condizioni di vita degli animali. Peraltro richieste anche dai cittadini, stando alle opinioni raccolte da Eurobarometro, l’istituto statistico e demoscopico dell’Ue. 

Insomma, un tema aperto ma che non potrà essere lasciato decadere tanto facilmente. Le associazioni italiane sottolineano poi come la riconversione del comparto sarebbe anche «un investimento importante per migliorare la zootecnia italiana portando a maggiore innovazione, sostenibilità, benessere animale e competitività. E per questo si augurano che «governo e Parlamento vogliano cogliere l’opportunità di rendere l’Italia il primo Paese europeo a sostenere in modo mirato la riconversione della zootecnia verso un modello senza gabbie».

Della coalizione italiana di End the cage age fanno parte Amici della Terra, Animal Aid, Animal Equality Italia, Animal Law Italia, Animalisti Italiani, Ciwf Italia, Confconsumatori, Enpa, Essere Animali, Humane World for Animals Italia, Il Fatto AlimentareJane Goodall Institute Italia, Lega per l’Abolizione della Caccia, Lav, Legambiente, Leidaa, Lndc Animal Protection, Lumen, Oipa, Partito animalista, Terra Nuova, Terra!.

19 novembre 2025

19 novembre 2025

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