
Tutti abbiamo bisogno di un amico vero. E se quel qualcuno sa anche difenderci, senza paura di essere urticante con chi ci vuole far del male, ancora meglio. Lo hanno capito (metaforicamente, s’intende) alcuni pesci pelagici: pur di rendere più difficile la vita ai predatori, hanno stretto un’insolita alleanza.
Uno studio pubblicato lo scorso mese sulJournal of Fish Biology ha svelato con chi: anemoni (o attinie) larvali, parenti delle meduse, capaci di emettere sostanze irritanti.
Difendersi
Da quasi dieci anni, Rich Collins, fotografo e subacqueo del Florida Museum of Natural History, al crepuscolo si immerge al largo delle coste di Palm Beach, con la sua macchina fotografica. Mese dopo mese, tra ore passate ad osservare le creature marine e altrettante spese a sviluppare gli scatti, ha documentato rapporti insospettabili tra pesci pelagici – filefish arancioni (Aluterus schoepfii), driftfish maculati (Ariomma regulus), jack dagli occhi grandi (Caranx latus), pomfret atlantici (genere Brama) – e anemoni larvali e polipi pulsanti (Zoanthus sociatus). «Alcuni pesci tendono a “surfare” sulle attinie o a cavalcarle, afferrandole con le pinne pettorali; altri le trasportano con la bocca», spiega Collins. Perché lo fanno? «È un po’ come se ammonissero i loro predatori: vieni pure a mangiarmi, ma assaggerai anche questo piccolo compagno velenoso che sta qui con me».
Il mutualismo
I biologi chiamano interazioni del genere “mutualismo”: entrambe le specie coinvolte traggono vantaggio dalla convivenza. Sebbene le forme larvali di attinie non possano uccidere un predatore, sono comunque sufficienti a dissuaderlo dal cibarsi dei pesci, riassume Gabriel Afonso, il dottorando del Virginia Institute of Marine Science che ha guidato la ricerca. Le anemoni potrebbero trarre vantaggio dai pesci, che le trasportano in nuove aree e forniscono azoto e materiali organici necessari al loro sviluppo.
Una fase importantissima
Lo stadio larvale è cruciale nel ciclo di vita dei pesci; il tasso di mortalità in questa fase determina quanti individui raggiungeranno l’età adulta. Le larve sono molto diverse dagli adulti e, date le dimensioni, più complesse da studiare. Per questo motivo, la collaborazione tra accademici e fotografi subacquei si è rivelata vincente. Secondo il New York Times, Collins ha analizzato circa 1000 esemplari con la sua macchina fotografica. «La cosa che sorprende di più le persone è la quantità di vita che pullula sotto la superficie dell’acqua», conclude Collins.
Riferimenti: Afonso, G. V., Johnson, G. D., Collins, R., & Pastana, M. N. (2025). Associations between fishes (Actinopterygii: Teleostei) and anthozoans (Anthozoa: Hexacorallia) in epipelagic waters based on in situ records. Journal of Fish Biology. doi:10.1111/jfb.70214
13 novembre 2025
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